Coaching e Creatività, sinonimi di Innovazione e Sostenibilità

La scorsa settimana sono stata ad un evento interessante, organizzato da Labozeta (http://www.labozeta.it/ ), azienda specializzata sulla sicurezza dei laboratori digitali, e l’Istituto Nazionale per Studi ed Esperienze di Architettura Navale (INSEAN CNR) ( http://www.insean.cnr.it/ ) . L’argomento discusso era accattivante e di attualità: Open Innovation nel laboratorio 4.0, sostenibilità e sicurezza nell’era delle tecnologie digitali ( http://www.labozeta.it/comunicati-stampa/convegno-cnr-insean-labozeta-le-foto/ )

Quando sono stata invitata al convegno, non avevo ben chiaro quale potesse essere il contributo alla mia formazione, ma i temi in agenda e le due parole innovazione e sostenibilità che, fanno parte del mio vocabolario professionale, hanno attirato il mio interesse. 

Vi tolgo subito la curiosità, cosa non mi aspettavo di vedere e invece ho trovato? Un laboratorio navale, con piscina di 470 m di lunghezza, 13,5 m di larghezza e 6,5 m di profondità, e svolge attività di ricerca in Idrodinamica, Idroelasticità e Idroacustica, con ricadute tecnologiche e industriali nei settori dell’ingegneria del mare, e della ingegneria navale in generale, con applicazioni, tra le altre, nella sicurezza ed efficienza del trasporto marittimo (imbarcazioni come Luna Rossa, Imbarcazioni Militari, Navi, ecc.). Sicuramente una passeggiata affascinante nel cuore di un laboratorio di ricerca, tra modelli in scala utilizzati per le prove di navigabilità di imbarcazioni come l’Amerigo Vespucci e tante altre, e molto di più. Le tecnologie usate un mix di tradizione e innovazione. Una struttura almeno per me sconosciuta, ed il bello è che era a due passi dalla mia abitazione! Una struttura unica al mondo. 

Perché non la conoscevo? Perché queste cose sono note solo agli addetti ai lavori? Tralascio questa riflessione a tutti noi.

Durante il convegno, ho ascoltato interventi davvero molto interessanti sugli sviluppi che industria e ricerca, insieme progettano e realizzano, come Innovazione, sicurezza e capitale umano nel processo di digitalizzazione delle conoscenze e della comunicazione nell’Industria 4.0, i nanomateriali e il regolamento europeo sulla sicurezza delle sostanze chimiche, sull’Industria Predittiva, sui farmaci del futuro e tanto di più. 

Tutti gli interventi hanno stimolato le mie riflessioni e nuove idee per la mia attività. L’apprendimento confermato è che bisogna osservare le cose da punti di vista differenti. La domanda finale alla conclusione di ogni intervento è stata “cosa mi ha ispirato?” e la stessa domanda la ponevo, contemporaneamente, ad un mio cliente che, interessato per le sue attività al convegno, era presente con me. Siamo entrambi tornati a casa con almeno un’idea per spostarci dalla nostra comfort zone, con uno spunto per costruire una vision che se da una parte è aderente alle nostre attività, dall’altra ne allarga lo scopo. Lui fa impresa e io faccio coaching due ispirazioni completamente diverse da cui partiranno due nuovi progetti io nel mio e lui nel suo ambito. 

Insomma l’ispirazione è intorno a noi, basta saper fare a noi stessi una domanda sfidante e di ricerca. Entrambi avremmo potuto solo commentare ogni intervento sull’interessante argomento, ma la domanda “cosa mi ha ispirato?”, ci ha portato oltre, ci ha portato nella dimensione della creatività

Per quanto mi riguarda, l’ingegneria e la ricerca porta dei benefici importanti dal punto di vista della progettazione di sistemi e processi sempre migliorabili, il prodotto finale ha la giusta e dovuta attenzione alla sostenibilità, ossia ciò che oggi si realizza deve tener conto del contesto attuale e di quello futuro, con il fine di mettere solide basi per un miglioramento duraturo. Inoltre al fine di rendere tali processi efficienti ed efficaci moltissimo incide il lavoro dell’uomo. Processi progettuali e processi organizzativi dipendono fortemente dalla creatività, dall’organizzazione e dall’azione. Questa è la stessa natura del processo creativo coaching. Esso sfida al miglioramento, ricercando e valutando tutte le alternative utili. al nostro pensiero portante, costruendo piani di azioni che conducono alla realizzazione di un’idea innovativa personale o professionale ben delineata. A tal fine cliente e processo diventano tutt’uno, se il progetto nasce dal suo processo creativo, senza influenze esterne.  

Sapere che molte delle importanti imbarcazioni, che Insean ha analizzato e testao, navigano per i nostri oceani, mi ha dato la visione dell’azione concreta e non solo della progettualità. 

Ho visto molto di più ad esempio i valori che muovono i ricercatori: la passione, la sfida, la pazienza, l’umiltà, collaborazione, condivisione, inoltre molte competenze, la continua voglia di studiare e tante capacità. Insomma persone che mettono a nostra disposizione se stesse per un fine comune

E’ anche il fine ultimo che ispira molti di noi coach che accompagnano le persone a migliorare i vari aspetti della vita. La sostenibilità e l’innovazione, la continua crescita che viene dai vari approfondimenti, che sempre dobbiamo fare, ma anche dallo stimolo continuo che ci danno i nostri clienti, i valori che ci muovono in questa professione, la sfida che ci poniamo ogni giorno quando iniziamo un nuovo progetto di coaching con un cliente: accompagnarlo con un costante stimolo e fiducia verso il suo obiettivo.

In sintesi le due parole chiave che mi hanno colpito all’inizio sono la visione che deve ispirare i professionisti del coaching: innovare, sbloccando il pensiero creativo del nostro cliente, e sostenibilità, accompagnandolo nello sviluppo di suo progetto sulla base delle due aspirazioni, due potenzialità e del suo contesto sociale di appartenenza.

Non mi stancherò mai di dire che il protagonista principale di un progetto di coaching è il nostro Cliente, noi siamo solo lo specchio in cui vedere ciò che non ha mai visto.

Vi lascio con una parte di un intervento molto ampio sull’industria predittiva tenuto dall’ Ing. Giulia Baccarin, amministratrice delegata di Mipu, di cui ho ammirato molte capacità, oltre che competenze, nell’ambito della comunicazione che risultava chiara, semplice, serena e diretta rendendo alla portata di tutti i complessi contenuti dei suoi progetti aziendali. Un giovane talento italiano da ammirare al 100%. 

La parte che vi sottolineo della sua presentazione, non voglio commentarla, lascio libera la vostra ispirazione, la mia ispirazione è stata una grande riflessione che genererà una idea. L’ingegnere ci ha raccontato che in una giornata qualunque, il tempo che l’Umanità, che ha la possibilità di accedere ad internet ed interessato ad uno dei più famosi social, dedica a caricare foto, una quantità di tempo pari a venti volte quello che è stato necessario per costruire il canale di Panama. Lei stessa dice, “se l’umanità spendesse parte di questo tempo verso un fino comune pensate cosa saremmo capaci di realizzare”. 

“In ognuno di noi c’è una vitalità ed una forza che deve essere libera di tradursi in azioni uniche, perché tutti gli esseri umani sono unici. Se questa energia viene bloccata il mondo la perderà e non spetta a nessuno valutarla a priori. Il nostro compito è solo quella di farla emergere”. (Libera traduzione da M. Graham, coreografa statunitense, 1894-1991)

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