VENEZIA (nostro corrispondente) – Quest’anno il programma della mostra, in linea con la crisi economica, si è assottigliato – abolita la sezione Controcampo, dal neo-direttore Alberto Barbera, che la riteneva una «riserva indiana» ghettizzante il cinema di casa – meno film dunque, ma in pratica sarà possibile vederne di più.
La sezione Orizzonti avrà, ad esempio, un’audience più vasta: dieci lungometraggi e 13 corti di questa sezione – alla quale approdano le tendenze del nuovo cinema, con giovani registi che hanno bisogno di visibilità – si seguiranno anche via web, acquistando un biglietto dal sito della biennale al costo di 4€, collegandosi all’orario di inizio della proiezione ufficiale, contemporaneamente alla quale partirà lo streaming per i primi 500 spettatori in possesso del biglietto.
Assisteremo all’evento delle programmazioni a 70mm. La pellicola a 70mm è grande il doppio di quella normale, cattura le immagini con maggiore dettaglio e richiede un proiettore apposito, per questo vedere tali film è raro. La 70 mm é usata per mettere in scena le potenzialità del mezzo visivo, soprattutto per film spettacolari. Ad esempio: 2001: Odissea nello Spazio, Lawrence D’Arabia, Ben-Hur, The New World. A Venezia 69 “The Master”, uno dei lavori che più incuriosisce , è in 70 mmm.
“The master” è il film sorpresa, il cui titolo è stato reso noto giorni dopo la conferenza stampa ufficiale. Diretto da Paul Thomas Anderson, ambientato dopo la seconda guerra mondiale, ha fatto parlare di sé per i possibili riferimenti alla nascita di Scientology, la discussa organizzazione religiosa fondata nel 1954 da L. Ron Hubbard. Gli interpreti Philip Seymour Hoffman e Joaquin Phoenix, rispettivamente nei panni di un intellettuale carismatico e del suo braccio destro, aggiungono spessore a quest’opera che, per il tema non scontato, desterà, nel bene o nel male, molta attenzione.
Atteso anche «To the Wonder», dramma romantico di cui sono protagonisti Ben Affleck e Rachel McAdams, nuova fatica di Terrence Malick dopo la vittoria al Festival di Cannes 2011 con «The Tree of Life», film ermetico e per iniziati.
Atteso anche Brian De Palma con «Passion», torbido thriller, dove amore e vendetta si mescolano. C’è da giurarci che il dibattito si focalizzerà anche su «Bella addormentata», di Marco Bellocchio ispirato al dramma di Eluana Englaro.
Una novità in concorso: il regista Harmony Korine, uno dei massimi protagonisti della scena indie americana degli ultimi decenni, i cui lavori (da «Gummo» del 1997 a «Mr. Lonely» del 2007) non hanno mai avuto nel nostro paese la visibilità che avrebbero meritato.
Non poteva mancare il film dello scandalo, che a Venezia 69 è «Spring Breakers», storia di quattro ragazzine pronte a tutto pur di riuscire a pagarsi le vacanze.