Venezia 70. Parte la novità del documentario

VENEZIA (nostro inviato) – A poche ore dall’apertura del festival mentre giungono notizie di allagamenti nella capitale,  piove al Lido, in attesa di Gravity il film che inaugura la 70 mostra con George Clooney, già arrivato per la gioia delle fan. Gravity, una storia di fantascienza, racconta di astronauti perduti nello spazio e segna il ritorno di Alfonso Cuaron a Venezia, già premiato con “Y tu mama tan bien”.

Quest’anno la mostra si distingue per la scelta coraggiosa dei documentari in corsa per il Leone d’oro, tra questi Sacro GRA di Gianfranco Rosi e The Unknown Known di Errol Morris. Alberto Barbera ha affermato di trovarli così belli, che sono stati un’occasione per innovare e scardinare l’abitudine alla dicotomia che vorrebbe separare la fiction dal documentario in un concorso ufficiale.

Sacro Gra è il primo docufilm che Gianfranco Rosi ha girato in Italia e, per realizzarlo, il regista ha passato tre anni a bordo di un Mini-van sul Grande Raccordo Anulare di Roma, dove ha cercato di scoprire la realtà nascosta oltre il muro del rumore.

Bisogna andare a più di dieci anni fa, al 2002, con Michael Moore e il suo “Bowling a Colombine” per ricordare un Oscar a un documentario. Nel 2004 di nuovo Michael Moore vinse con “Fahreheit 9/11” –  che raccontava i retroscena della tragedia delle Torri Gemelle – la Palma d’oro a Cannes, riempì i cinema di tutto il mondo e fece molto discutere.

In realtà in un concorso quello che conta è che in gara ci sia un bel film ,  un’opera che colpisca per bellezza, messaggio e contenuto. Lo stile non può, da solo, essere unica credenziale per essere ammessi a una rassegna che vuole dare risalto, non tanto alla fiction, ma a ciò che di qualità esiste nel panorama cinematografico. Vedremo e vi racconteremo.

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