Venezia 70. The unknown known, in concorso un documentario su Donald Rumsfeld

VENEZIA (nostro inviato) – Lo aveva detto il direttore della Mostra, Alberto Barbera, che cavalli di battaglia della settantesima edizione sarebbero stati i documentari, in concorso  con la stessa dignità della fiction. “The unknown known”, ritratto che il grande maestro del cinema documentario Errol Morris dedica all’ex Segretario della Difesa degli Stati Uniti Donald Rumsfeld,   non delude.

Donald Rumsfeld entra in scena raccontando la propria vita leggendo una scelta dei suoi “fiocchi di neve”, vale a dire parti di quelle decine di migliaia di appunti annotati nel periodo in cui fu membro del Congresso, consigliere di quattro diversi presidenti e per due volte segretario della Difesa.  Rumsfeld, uno dei principali artefici della guerra in Iraq, appare deciso, amante delle massime, con una dialettica difficile da contrastare anche quando mischia le carte attraverso abili sofismi. La sua visione del mondo è categorica: “La vera pace può venire soltanto dalla forza militare”. Malgrado quest’uomo abbia ricoperto per mezzo secolo elevati incarichi politici nell’amministrazione americana, la maggior parte della gente sa ben poco di lui.  Quanto egli scrisse, all’interno della sua riflessione più famosa, che il “noto ignoto” sono quelle cose che pensiamo di conoscere ma  poi scopriamo di non saperne nulla, poteva valere anche come riferimento a se stesso.

“The Unknown Known” non vuole essere una nuova analisi dettagliata della guerra in Iraq, quanto il tentativo di chiarire un mistero, un “noto ignoto” appunto.  Il segretario della difesa Donald Rumsfeld appare per quello che è: un uomo, con i suoi limiti. Arrivati alla sorprendente conclusione del film, ciò che salta agli occhi è che Donald Rumsfeld si palesa sconosciuto a se stesso, tanto quanto lo è a noi.
Il film arriverà nelle sale italiane – ad ottobre – grazie alla collaborazione di Biografilm e I Wonder Pictures che insieme si prefiggono di portare in Italia il meglio del cinema documentario.

Condividi sui social

Articoli correlati