NAPOLI – In una Fnac affollata e transennata, proprio come i grandi concerti rock, si è tenuto l’incontro con Renzo Arbore. Lo showman, disk-jockey e musicista ha presentato nella sua Napoli il nuovo cd My American way, una raccolta “crooner” di quindici brani italiani e partenopei tradotti in inglese e con arrangiamenti eseguiti dagli Arboriginals.
Il cd in cofanetto e abbinato a una raccolta di brani dell’orchestra italiana è stato presentato ufficialmente qualche giorno fa a New York, all’Eataly, in occasione del Columbus Day. My American way, prodotto da Gazebo Giallo e Sony Music, oltre a contenere uno dei pezzi preferiti di Arbore “How wonderful to know”, ovvero ”Anema e core” vanta alcuni duetti come quelli con Isabella Rossellini ”The matress” (”Il materasso”) e ”A pretty love song” (”Non dimenticar le mie parole”). Malgrado Arbore e la sua Orchestra, mietano successi in giro per il mondo da circa ventitré anni cantando rigorosamente in napoletano, lo showman ha deciso di intraprendere questa lodevole impresa e di regalare a perle della musica italiana e napoletana una veste nuova e un successo inevitabile. Per il mercato estero, la possibilità di poter comprendere il testo è sicuramente una marcia in più, d’altronde basta cliccare sul web, e i siti per l’acquisto di musica di mezzo mondo già offrono la possibilità di acquistare il cd o i singoli brani.
La conversazione con Renzo, perché a Napoli così lo chiamano, si snoda tra ricordi video, sorrisi e battute con il pubblico in sala. A quest’appuntamento, infatti, non potevano mancare i colleghi dell’Orchestra Italiana (Massimo Volpe, Giovanni Imparato, Massimo Cecchetti) e neanche alcuni amici d’infanzia, o amici intimi che l’hanno sorpreso prendendolo per la gola e portandogli “‘O père e ‘o musso”, un insieme di frattaglie bollite e servite fredde con sale e succo di limone. Una presentazione colorita e del tutto confidenziale, dove tra una domanda e l’altra del giornalista di La Repubblica Alfredo D’agnese, Arbore si lascia andare a ricordi personali e aneddoti, come l’incontro con Gabriella Ferri al suo arrivo nella città eterna, i concerti dell’Orchestra Italiana in paesini profondamente leghisti e il suo legame con l’american style e con gli States. Una passione quella con l’America nata proprio a Napoli, in calata San Marco, in un locale per soli americani, dove Arbore e alcuni suoi amici suonavano il jazz. Il poliedrico talento di Arbore è inarrestabile, sempre un passo avanti agli altri, e se prima la sua tv mandava in delirio le masse facendo schizzare l’auditel alle stelle, ora lo showman si dedica al suo web channel un progetto curato con Ugo Porcelli e la cui regia è affidata a Denis Gianniberti. Il Renzo Arbore Channel, oltre a presentare alcuni dei format e show realizzati dallo stesso Arbore nel corso degli anni, è una vetrina in cui saranno dati in pasto ai cybernauti chicche e pezzi di storia della cultura mondiale, un melting pot esplosivo in cui teatro, cinema, musica e danza si mescoleranno senza sosta per permettere soprattutto ai giovani di conoscere e arricchire il proprio background. Per chi ha meno dimestichezza con il web, continuano gli appuntamenti del sabato in seconda serata su Raiuno con “L’altra, la tv d’autore di Renzo Arbore”.