Phil Collins conferma l’addio alle scene

ROMA – Duecentocinquanta milioni di dischi venduti, sette Grammy Award e un Oscar per le musiche del film Disney “Tarzan”.

Un biglietto da visita di tutto rispetto per un grande della musica rock: Phil Collins, batterista ed ex voce dei Genesis, ha confermato il suo addio al palcoscenico a distanza di un anno dall’uscita dell’ottavo album da solista, “Going Back”. Un ritiro che la rockstar aveva più volte annunciato, fin dal 2004, salvo poi calcare nuovamente il palcoscenico, tre anni dopo, con i Genesis. Un successo planetario per il tour di saluto dedicato ai fan della storica band. “Mi sono ritirato. Mi sono fermato, così potrò essere un padre a tempo pieno per i miei due figli”. Le sue parole lasciano poco spazio alla speranza di ritardare la parola “fine” su una delle carriere musicali più belle e avvincenti, immune da quell’aura maledetta che spesso accompagna il fascino perverso del rock.

 

Un’infezione a un orecchio ne ha compromesso in modo permanente l’udito, mentre i postumi di un’operazione al tendine della mano sinistra hanno lasciato più di qualche traccia. Ma in cima alla lista dei buoni propositi ci sono proprio i suoi due figli più piccoli, di 5 e 9 anni, avuti dalla terza moglie, da cui si è separato nel 2008. È per stare accanto a loro, per crescerli e portarli a scuola che il leone del rock, giunto alla soglia dei sessant’anni, ha deciso di dire stop alla carriera di musicista. Una rinuncia che, sottolinea lui stesso, non significa un addio alla musica: “Voglio continuare a far musica perché provo piacere nel farla: questo potrebbe essere il mio ultimo disco, certo potrei continuare a scrivere musica. Il problema è cosa farne dopo”. Così definiva, un anno fa, il disco tributo al soul degli anni ’60 e ’70, “la musica che avrei sempre voluto suonare, anche nei Genesis”, confessava. Si tratta, infatti, di una raccolta di cover Motown (la storica etichetta discografica specializzata in rhythm and blues e soul), con brani di Stevie Wonder, Martha & The Vandellas e Temptations e altri miti dell’epoca. Un anno dopo non c’è spazio per la malinconia, ma solo tanta voglia di coltivare ancora la passione per la musica, senza più sacrificare sull’altare del business gli impegni di un padre verso i figli.

 

E’ questa la remora più grande che assume quasi la sfumatura del senso di colpa quando, parlando dei figli più grandi, ammette candidamente di essere stato per loro quasi uno sconosciuto. Le tournèe in giro per il mondo, la registrazione degli album, le interviste. Spettacolo e famiglia sono di solito agli antipodi e spesso il successo esige un prezzo molto più alto di quanto è disposto a pagare in termini di fama. E quella fama arriva presto per Phil Collins, attore mancato e musicista per passione, che ha saputo conquistare un posto di tutto rispetto nell’olimpo rock, costruendo sul talento una carriera ultra trentennale. È con l’abbandono di Peter Gabriel nel 1975, infatti, che i Genesis vedranno Phil Collins sperimentarsi, e riuscire, nel ruolo di cantante del complesso e batterista in studio. E il pubblico sempre apprezzare: il primo album con Collins voce solista raggiunge la Top 40 negli Stati Uniti e la terza posizione nel Regno Unito.

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