Intervista con Cecilia Quadrenni: “La musica diventa la tua strada se la percorri interamente”. Video

Cecilia Quadrenni è un’artista sta ritagliandosi uno spazio nella scena musicale. Una cantante  che ha avuto la possibilità di esprimersi ed essere apprezzata non solo nei club londinesi, ma anche dal pubblico arabo, spagnolo e dell’America Latina.

  Da Giugno 2013 è uscito  il suo EP “To Summer” e sono molti i progetti che la vedranno impegnata. A credere in lei e collaborare al suo ultimo lavoro, To Summer,   Alessandro Sgreccia (Velvet). In rotazione radiofonica da questo Ottobre, la potete ascoltare con il singolo “It’s just rain”.

Valentina Marchetti l’ha intervistata per Dazebao

D.Quando hai capito che la musica sarebbe stata la tua strada?

C.Q La musica può diventare la propria strada solo se si ha il coraggio di percorrerla per intero, anche se non sempre è una strada facile. Ho sempre pensato di non avere abbastanza forza per farlo, ma poi mi sono resa conto che mentre il tempo passava, tutta la mia vita girava intorno alla musica e che era ormai il mio lavoro, la mia passione e la mia famiglia.

D.Quali sono state le tue influenze musicali?

C.Q. Tutta la musica che mi ha emozionato, non faccio caso ai generi e cerco di mantenere le distanze da ciò che è cerebrale e discorsivo rispetto alla musica…  Amo tutta la musica e posso emozionarmi con Rossini o con la sigla di una cartone animato. Di ogni brano di cui mi innamoro cerco di portarmi dentro una parte per farlo mio e riuscire a contaminarmi.

D.Ti interessi anche al mimo, a cosa si deve?

C.Q È nato da bambina quando ho potuto conoscere nel mio paese il famoso mimo Marcel Marceau che teneva dei corsi. Così mi sono avvicinata ed ho capito le potenzialità di questa arte raffinatissima e molto sensuale. Raramente si assiste a spettacoli di mimo vero e proprio perché oramai pensando ad esso si associa alla comicità, ma in realtà ha molte sfaccettature anche malinconiche che mi affascinano molto.

D.Hai avuto la possibilità di farti apprezzare a Londra. Quanto è diverso il pubblico della Gran Bretagna da quello italiano?

C.Q Il pubblico anglosassone è molto attento alla novità e soprattutto agli inediti. Apprezza le cover, ma solo se hanno qualcosa di molto diverso dall’originale. La mia versione di Paparazzi infatti li ha sorpresi, mi ha fatto ben volere fin da subito. La musica è qualcosa da ascoltare con silenzio e non un sottofondo per le serate in birreria. Questa differenza rende i live molto emozionanti e anche molto gratificanti.

D.Hai cantato in inglese e spagnolo. Quanto è importante per un’artista saper comunicare anche in un’altra lingua? 

C.Q Per me la scelta della lingua in un brano è una scelta di “colore”, di suoni  musicali al pari della scelta di una chitarra o di un violino. Uno strumento, un suono che rende più o meno accattivante un brano. Ogni brano nasce con la sua lingua precisa, con quel suono particolare che lo avvicina a quel sound. Non so per i miei colleghi, ma nella mia visione musicale è l’interprete che deve far suo un brano rispettandolo nella sua essenza, anche per quanto riguarda la lingua. Per questo motivo ho cantato in lingua diverse, per rispetto dei brani, anche a costo di risultare meno riconoscibile, nonostante anche il modo di interpretare e la voce di un cantante rendono identificabile un artista. E in questo spero di esserci riuscita.

D. Come nasce il tuo EP?

C.Q To  Summer nasce dal desiderio di omaggiare la natura e le sue manifestazioni che nella mia filosofia di vita si uniscono alle nostre emozioni per proteggerci da noi stessi e per testimoniarci che non siamo soli, ma facciamo parte di un tutto. Ogni canzone è dedicata infatti ad una stagione diversa, come To Summer che vede nell’estate la possibilità di fuga per ritrovare se stessi, in New Wind il vento della primavera ci ricorda le sensazioni dell’infanzia facendoci sperare in un futuro cambiamento e in It’s Just Rain la pioggia ci nasconde le lacrime e le nostre emozioni più profonde.

D.Quando hai iniziato a collaborare con Alessandro Sgreccia?

C.Q Alessandro è un arrangiatore ed un musicista molto sensibile che riesce a cogliere le emozioni di un artista trasformandole in musica. L’ho conosciuto per caso, ma la nostra collaborazione ha dato subito frutti e così abbiamo deciso di lavorare insieme ai miei progetti.

D. C’è una cover di “Scarborough Fair”, canzone irlandese, cosa ti ha ispirato?

C.Q È un brano tradizionale celtico che parla di una fiera di una cittadina sul mare in cui gli innamorati si scambiano promesse d’amore attraverso doni  concreti come il rosmarino, una camicia di seta e tutti oggetti che erano in vendita in questa fiera. È un brano evocativo che si prestava molto bene alla mia voce ed anche alla concezione antica di amore in cui si elimina il superfluo per dimostrare l’amore vero attraverso sacrifici e  viaggi.

D. La situazione musicale italiana, è sempre più in salita rispetto all’estero?

C.Q Ho smesso da un po’ di guardare la situazione italiana, perché alla fine tutto è molto difficile adesso e nessuno ti regala niente. È anche vero che la musica non ha niente di assistenziale e ognuno deve lottare per esprimere se stesso accettando anche il rischio di rimanere nell’anonimato per sempre.  Dal mio canto cerco di continuare a fare quello che posso cercando anche collaborazioni all’estero. Penso che i cambiamenti  partano da noi stessi ed io cerco semplicemente di fare musica senza distrazioni o lamentele di sorta

D.Come inizia una tua giornata tipo? 

C.Q Inizia ogni giorno con qualche leccatina della gatta che mi sveglia e poi prosegue con mille pensieri su come migliorare un testo, un suono, un brano… pensare a nuove cover, nuove collaborazioni… insomma, tutto all’insegna della musica, per poi finire alla sera con pensieri come l’idea se potevo migliorare quello che ho fatto e se sono riuscita a realizzare i progetti della mattina, di nuovo una carezza alla gatta e si riparte!

Cecilia Quadrienni – It’s just rain


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