Il mitico Cat Stevens “apre” Sanremo

Il cantautore londinese è il super ospite più atteso al festival di Fabio Fazio

“Non è il momento di fare cambiamenti, 

rilassati e basta, prenditela comoda.
Sei ancora giovane, questo è il tuo problema,
c’è così tanto che devi conoscere,
trovati una ragazza, sistemati,
se vuoi puoi sposarti.
guarda me, sono vecchio, però sono felice”

(Father and son, di Cat Stevens)

 

 

La sua presenza all’imminente festival di Sanremo sarà l’evento musicale per eccellenza. Il leggendario Cat Stevens (da molti anni Ysuf Islam), autore di brani memorabili, canterà della principale vetrina musicale italiana. Cat Stevens sarà infatti l’ospite internazionale nella serata inaugurale del festival condotto da Fabio Fazio, martedì 18 febbraio.

Cat Stevens nasce il 21 luglio del 1948. Figlio di padre greco-cipriota (Stavros Georgiou) e madre svedese (Ingrid Wickman), cresce a Shaftesbury Avenue, nel quartiere Soho di Londra, sopra il ristorante di proprietà del padre dove veniva spesso suonata musica popolare greca, dalla quale verrà influenzato. Per un breve periodo della sua infanzia si sposta con la madre in Svezia, dove impara i primi rudimenti della pittura dallo zio Hugo. Ciò influenzerà la carriera artistica del futuro Cat Stevens, spesso autore delle copertine dei primi album. All’inizio della sua carriera musicale, Georgiou adotta il nome “Cat Stevens” dopo che un’amica gli fa notare che i suoi sembrano gli occhi di un gatto. Siamo in pieno periodo della “Swinging London, e Stevens incarna lo stereotipo del cantante pop commerciale dell’epoca. Un’immagine dalla quale egli si distanzierà notevolmente negli anni a seguire. Dopo i primi due album “Matthew and Son” e “New Masters”, che ottengono un tiepido successo soprattutto grazie a qualche singolo come “I Love My Dog”, Stevens si ammala gravemente di tubercolosi e passa un certo periodo in un sanatorio nella campagna inglese. Qui comincia a riflettere sul proprio futuro, sulla propria carriera (cambia casa discografica), sul proprio stile di vita, decidendo di operare un drastico cambiamento anche a partire dall’immagine: capelli più lunghi, barba e abiti più informali. Il periodo lontano dalle scene lascia il segno e nel giro di due anni (1970 e 1971) dà alle stampe “Mona Bone jackon” “Tea for the thillerman” e  “Teaser and the firecat”, che lo faranno diventare famoso in tutto il mondo: “Lady D’Arbanville”, “Wild World”, “Father and son” “Morning Has Broken”, “Moonshadow”, “Peace Train” tra le più celebri. Da segnalare la presenza tra i musicisti di artisti del calibro di Peter Gabriel (flauto in Katmandu) e il pianista Rick Wakeman all’epoca quasi sconosciuti ai più. Lo stile musicale che ne esce fuori è quello che contraddistinguerà Cat Stevens per tutta la sua carriera: chitarre acustiche in primo piano, sonorità delicate, richiami alla tradizione greca, testi a metà strada tra la canzone d’amore ed il misticismo, il tutto condito dalla calda vocalità dello stesso Stevens. In questo periodo partecipa alla colonna sonora del film cult “Harold e Maude” (1971) di Hal Hasby, con brani già editi e i due inediti “Don’t Be Shy” e “If You Want to Sing Out, Sing Out”. Si trasferisce successivamente in Brasiel per motivi di tasse, e comincia ad avvicinarsi a tematiche prettamente religiose. Ne 1976, suo fratello, di ritorno da un viaggio a Gerusalemme, gli regala una copia del Corano: quest’avvenimento segnerà la vita del cantautore. L’anno seguente, dopo aver rischiato di morire annegato a Malibù, secondo un aneddoto da lui stesso citato più volte, Stevens si converte all’Islam adottando il nome Yusuf Islam. Incide ancora due album “Isitzo” (1977) e “Back to earth” (1978) dopodiché si ritira completamente dalle scene e diventa un membro eminente della comunità musulmana di Londra, aprendo anche la Islamia Primary School, una scuola nel nord della capitale britannica. Oggi Yusuf Islam è un sereno e appagato uomo di 64 anni, padre di cinque film che ha scelto l’Italia per  tornare ad incantare le giovani generazione. Sicuramente farà commuovere molti cinquantenni e sessanti che sono cresciuti ascoltando le sue splendide canzoni piene di umanità e melodie accattivanti.

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