Nelle sue canzoni troviamo le atmosfere della migliore tradizione italiana, un canto fresco, che non ha bisogno di ricorrere a virtuosismi e vocalizzi. Lo ha intervistato per voi Velntina Marchetti.
D. Quando hai capito che la musica sarebbe stata la tua strada?
TDG: In realtà non lo so se l' ho ancora capito. So di certo di avere un estremo bisogno di musica. Bisogna vedere se la musica ha bisogno di me! Scherzi a parte, credo di aver realizzato che la musica fosse fondamentale quando, guardandomi da fuori, ho visto che per la musica riuscivo e riesco a fare sacrifici che non farei praticamente per null'altro. Forse solo l’amore mi spinge a fare simili follie.
D. Quali sono state le tue influenze musicali?
TDG: Inizialmente il rock n roll anni '50 che mi ha folgorato da bambino; poi le trame sanguinose e/o romantiche dell' Opera lirica che mia nonna mi raccontava al posto delle favole e, più grande, la new wave americana e le colonne sonore italiane.
D. Ho avuto il piacere di ascoltare il tuo ultimo lavoro "Per fortuna dormo poco": mi è piaciuto moltissimo. Com’ è nato?
TDG: È il risultato di quattro anni di auto-produzioni, tour in stile punk in giro per l'Italia nella multipla di Simone (il mio pianista) e tanti incontri con discografici ed etichette finché non ho trovato quella giusta. È stato registrato in un bellissimo studio siciliano e rappresenta sia un punto d arrivo che di partenza. Nel disco si rincorrono tre temi: il viaggio (come liberazione ma a volte come fuga obbligatoria), la precarietà dei sentimenti e la notte, quella che porta consiglio o che fa spavento.
D. Come e da cosa trai ispirazione?
TDG: Principalmente in due modi: o testo e musica si sposano naturalmente partendo da una piccola cellula melodica o da un gruppo di parole che suonano bene assieme oppure faccio da agenzia matrimoniale. Nel senso che spesso una certa melodia e un testo destinati a stare insieme possono nascere a distanza di mesi o anni l' uno dall'altra senza sapere che insieme potrebbero far vita ad una bella canzone. Per quanto riguarda l'ispirazione, ciò che mi interessa e che spesso tento di raccontare in musica sono le contraddizioni,i dualismi e le ambiguità dell' essere umano.
D. Ho avuto modo di vedere un tuo duetto con Gazzè. Ti si potrebbe paragonare a un nuovo lui?
TDG: L' incontro con la musica di Gazze 'per me e' stato molto importante, senza dubbio la cosa a cui punto (e che Gazze' fa da anni con grande coerenza) e di riuscire a promuovere una grande accessibilità(melodie che rimangono, brani ballabili) senza rinunciare alla ricerca e alla sperimentazione. Tuttavia penso che non ci sia bisogno di un "nuovo Gazze"perché lui c'è, non è "vecchio" ma anzi e' in attività e va alla grande. Inoltre i nostri stili sono in realtà molto diversi, fermo restando che il paragone mi lusinga.
D. Come trovi l'attuale scena musicale italiana?
TDG: La trovo particolarmente in forma, non ho mai comprato tanti dischi italiani come negli ultimi tre-quattro anni. È però anche difficile farsi largo in un mondo in cui l' offerta e' palesemente superiore a quanto la domanda potrà mai assorbire. Per chi non sa sgomitare e per chi non si rivolge al pubblico dei talent o a quello iper snob che se non registri i dischi con il cellulare e non pubblichi solo su musicassette di pelle di tritone allora sei un venduto alle major... È difficile. O meglio faticoso. Il vero obbiettivo e riuscire a fare un disco che dopo un ascolto distratto su Spotify faccia venir voglia di essere riascoltato tante volte, poi magari addirittura acquistato e che in fine spinga ad uscire per vedere quel dato artista dal vivo.
D. Quando nasce il tuo desiderio di lavori da solista?
TDG: In realtà parto come solista, poi per un periodo ho optato per la ragione sociale da band per poi ritornare a "metterci la faccia" con i miei dati anagrafici. In realtà i musicisti con cui suono sono sempre gli stessi da cinque anni, il discorso del "solista" secondo me è un po' una bufala: dietro a quasi ogni band si nasconde un cantautore e ogni solista combinerà poco senza una band eccellente ed affiatata.
D. Com'è in questo periodo una tua giornata tipo?
TDG: Svariate ore davanti al pc tra organizzazione, costante dialogo con la mia etichetta discografica e registrazione di nuove idee musicali. E poi ovviamente, almeno nel mio caso, faccio svariati altri tipi di lavoro - più o meno inerenti alla musica e alla scrittura- perché pagare le bollette con le sole canzoni per ora e' utopia. Ma non demordo.
D. Hai in programma un tour ?
TDG: Stiamo continuando il Per Fortuna Dormo Poco Tour in tutta Italia e in concomitanza con il "compleanno" del disco faremo una festa-concerto il 1 marzo, sabato, al Circolo Degli Artisti. Sarà la nostra 70esima data del tour e prometto che ci saranno numerose sorprese.