Intervista a Tommaso di Giulio, una voce che “fa colpo”.Video

ROMA – Tommaso Di Giulio, è un giovane cantautore romano, molto talentuoso e con le idee chiare. Ha una voce che “fa colpo“, (per citare un suo brano) al primo ascolto, le sue melodie restano impresse, anche per la grande cura nei testi, che non scendono  mai nel banale.

Nelle sue canzoni troviamo le atmosfere della migliore tradizione italiana, un canto fresco, che non ha bisogno di ricorrere a virtuosismi e vocalizzi. Lo ha intervistato per voi Velntina Marchetti.

 

D. Quando hai capito che la musica sarebbe stata la tua strada?
TDG: In realtà non lo so se l’ ho ancora capito. So di certo di avere un estremo bisogno di musica. Bisogna vedere se la musica ha bisogno di me! Scherzi a parte, credo di aver realizzato che la musica fosse fondamentale quando, guardandomi da fuori, ho visto che per la musica riuscivo e riesco a fare sacrifici che non farei praticamente per null’altro. Forse solo l’amore mi spinge a fare simili follie.

 

D. Quali sono state le tue influenze musicali? 

TDG: Inizialmente il rock n roll anni ’50 che mi ha folgorato da bambino; poi le trame sanguinose e/o romantiche dell’ Opera lirica che mia nonna mi raccontava al posto delle favole e, più grande, la new wave americana e le colonne sonore italiane.

 

D. Ho avuto il piacere di ascoltare il tuo ultimo lavoro “Per fortuna dormo poco”: mi è piaciuto moltissimo. Com’ è nato?

TDG: È il risultato di quattro anni di auto-produzioni, tour in stile punk in giro per l’Italia nella multipla di Simone (il mio pianista) e tanti incontri con discografici ed etichette finché non ho trovato quella giusta. È stato registrato in un bellissimo studio siciliano e rappresenta sia un punto d arrivo che di partenza. Nel disco si rincorrono tre temi: il viaggio (come liberazione ma a volte come fuga obbligatoria), la precarietà dei sentimenti e la notte, quella che porta consiglio o che fa spavento.

 

D. Come e da cosa trai ispirazione?

TDG: Principalmente in due modi: o testo e musica si sposano naturalmente partendo da una piccola cellula melodica o da un gruppo di parole che suonano bene assieme oppure faccio da agenzia matrimoniale. Nel senso che spesso una certa melodia e un testo destinati a stare insieme possono nascere a distanza di mesi o anni l’ uno dall’altra senza sapere che insieme potrebbero far vita ad una bella canzone. Per quanto riguarda l’ispirazione, ciò che mi interessa e che spesso tento di raccontare in musica sono le contraddizioni,i dualismi e le ambiguità dell’ essere umano.

 

D. Ho avuto modo di vedere un tuo duetto con Gazzè. Ti si potrebbe paragonare a un nuovo lui?

TDG: L’ incontro con la musica di Gazze ‘per me e’ stato molto importante, senza dubbio la cosa a cui punto (e che Gazze’ fa da anni con grande coerenza) e di riuscire a promuovere una grande accessibilità(melodie che rimangono, brani ballabili) senza rinunciare alla ricerca e alla sperimentazione. Tuttavia penso che non ci sia bisogno di un “nuovo Gazze”perché lui c’è, non è “vecchio” ma anzi e’ in attività e va alla grande. Inoltre i nostri stili sono in realtà molto diversi, fermo restando che il paragone mi lusinga.

 

D. Come trovi l’attuale scena musicale italiana? 

TDG: La trovo particolarmente in forma, non ho mai comprato tanti dischi italiani come negli ultimi tre-quattro anni. È però anche difficile farsi largo in un mondo in cui l’ offerta e’ palesemente superiore a quanto la domanda potrà mai assorbire. Per chi non sa sgomitare e per chi non si rivolge al pubblico dei talent o a quello iper snob che se non registri i dischi con il cellulare e non pubblichi solo su musicassette di pelle di tritone allora sei un venduto alle major… È difficile. O meglio faticoso. Il vero obbiettivo e riuscire a fare un disco che dopo un ascolto distratto su Spotify faccia venir voglia di essere riascoltato tante volte, poi magari addirittura acquistato e che in fine spinga ad uscire per vedere quel dato artista dal vivo.

 

D. Quando nasce il tuo desiderio di lavori da solista? 

TDG: In realtà parto come solista, poi per un periodo ho optato per la ragione sociale da band per poi ritornare a “metterci la faccia” con i miei dati anagrafici. In realtà i musicisti con cui suono sono sempre gli stessi da cinque anni, il discorso del “solista” secondo me è un po’ una bufala: dietro a quasi ogni band si nasconde un cantautore e ogni solista combinerà poco senza una band eccellente ed affiatata.

 

D. Com’è in questo periodo una tua giornata tipo?

TDG: Svariate ore davanti al pc tra organizzazione, costante dialogo con la mia etichetta discografica e registrazione di nuove idee musicali. E poi ovviamente, almeno nel mio caso, faccio svariati altri tipi di lavoro – più o meno inerenti alla musica e alla scrittura- perché pagare le bollette con le sole canzoni per ora e’ utopia. Ma non demordo.

 

D. Hai in programma un tour ? 

TDG: Stiamo continuando il Per Fortuna Dormo Poco Tour in tutta Italia e in concomitanza con il “compleanno” del disco faremo una festa-concerto il 1 marzo, sabato, al Circolo Degli Artisti. Sarà la nostra 70esima data del tour e prometto che ci saranno numerose sorprese.

 

Tommaso Di Giulio – Farò colpo

 

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