Intervista con i Fonokit: “Vent’anni insieme senza accorgercene”. Video

ROMA – I Fonokit – gruppo composto  da Marco Ancona ( voce e chitarra ), Paolo Provenzano ( batteria) e Ruggero Gallo ( basso) – li ha incontrati e intervistati per Dazebao Valentina Marchetti, in occasione dell’uscita del loro nuovo album “Fango e bugie”.

Sono insieme da vent’anni, sono accomunati dalla passione per la musica, il loro esordio con “Amore o Purgatorio ” li ha visti al centro della scena  nel 2010. Sono uno dei gruppi salentini, che per influenze e sound rappresentano in Italia band vicine ai Black red motorcycle club, i primi Afterhours. 

D. Quali sono state le vostre influenze musicali?

F. Partendo dal rock’n’roll primordiale e generi affini abbiamo ascoltato veramente tantissime band e artisti tra i capiscuola degli anni 60 e 70. Quindi direi decisamente che in comune abbiamo sempre avuto la passione per i vari Beatles, Dylan, Stones ecc.. che suppongo facciano parte integrante della nostra formazione musicale, così come il primissimo punk. A tutto questo aggiungerei la scena musicale degli anni 90 che ha accompagnato noi e gli adolescenti della nostra generazione, quindi tutto l’alternative dell’epoca sicuramente avrà avuto altrettanta influenza, visto che in quegli anni già suonavamo in giro, scrivevamo canzoni e registravamo demo.

D. Quando avete deciso che la musica sarebbe stata la vostra strada?

F. Noi tre suoniamo assieme dall’estate del 1994 ed avevamo tra i 16 e i 20 anni. In questi vent’anni abbiamo suonato costantemente e con diversi progetti, con altri musicisti, abbiamo fatto altri dischi ecc.. fino al 2010 in cui abbiamo dato vita a questo nuovo progetto Fonokit uscendo con il primo album “Amore o Purgatorio” e ora con questo secondo “Fango e Bugie”. Direi che non c’è stato un momento in cui abbiamo deciso qualcosa, sono passati vent’anni senza accorgercene dedicando quasi la totalità del nostro tempo alla musica.

D. Come nasce il vostro nuovo lavoro?

F.Abbiamo fatto parecchi concerti col primo album fortunatamente e ad un certo punto avevamo l’esigenza di fermarci e raccogliere le idee per un nuovo lavoro. Suonando così tanto dal vivo capita spesso che strada facendo sviluppiamo spunti per nuovi brani, come anche per sonorità differenti ecc.. ma dall’altro lato non abbiamo il tempo e la mente abbastanza libera di lavorarci su dedicandoci come vorremmo. Quindi ad un certo punto abbiamo deciso di fermarci totalmente, entrare in studio e dedicarci a tempo pieno a quello che poi è diventato “Fango e Bugie”.

D. Come nasce un vostro brano? 

F. Per quanto riguarda la scrittura dei brani in casa di solito parte l’idea principale. Poi si va in studio di registrazione dove anche teniamo le prove. Alcune volte l’idea arriva in sede di prove già bella e conclusa a livello di stesura, a volte arriva invece incompleta e quindi sviluppiamo assieme altre parti per completarla. Poi quando siamo soddisfatti dello scheletro del brano ne facciamo una prima registrazione prova. Successivamente viene scritto il testo e a volte capita anche un’ulteriore rifinitura come ultimissimo step. Mediamente accade questo, anche se in qualche occasione l’idea di base può partire inaspettatamente da qualche jam in studio. Per quanto riguarda l’ispirazione nei testi si prende spunto da tutto, da esperienze personali come da ciò che ti accade intorno.

D. In quali prossimi progetti sarete impegnati?

F. Oltre a riprendere ad esibirci dal vivo promuoveremo nuovi singoli estratti da “Fango e Bugie”.

D. Cosa pensate  dei nuovi gruppi? Rispetto ai talent, la vecchia gavetta è un ottimo trampolino?

F. Secondo me nella storia della musica italiana non sono mai mancate le belle ed interessanti proposte artistiche, così in questo momento. Purtroppo la crisi economica si è fatta sentire pesantemente sul mercato musicale, non solo per quanto riguarda la vendita in sé dei dischi ma proprio anche nella mancanza di spazi – reali intendo, non virtuali – dove promuoversi. Me ne rendo conto concretamente perché seppur con altri progetti, il nostro percorso musicale – anche discograficamente parlando – iniziò più di 15 anni fa e gli spazi per promuoversi ed esibirsi erano veramente tantissimi, era anche molto più semplice suonare in giro. Quindi in definitiva credo che il periodo non sia proprio dei migliori, soprattutto poi per chi vuole emergere, ma non è che per questo si debba smettere di fare musica. Per quanto riguarda i talent non ne so niente se non per sentito dire. Da quello che ho intuito non credo si basino sul proporre nuovi linguaggi artistici e quindi non penso siano un’alternativa ai soliti percorsi.

D. Come inizia una vostra giornata tipo? 

F. I periodi in cui ho un disco fuori in promozione mi sveglio, faccio il caffè ed inizio a rispondere ad interviste, come in questo momento. Se sono in tour vado al bar e subito dopo mi metto in viaggio. Se sto facendo un nuovo lavoro, faccio sempre il caffè da me e mi metto a scrivere oppure vado in studio di registrazione.

I Fonokit – Non esiste

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