California Jam, un raduno rock memorabile

Il 6 aprile del 1974 oltre 300mila persone giunsero nello stato Usa per l’esibizione di Emerson, Lake & Palmer, Deep Purple, Eagles e Black Sabbath

 

MILANO – Sono passati quarant’anni da uno dei concerti più memorabili della storia del rock. Era il 6 aprile del 1974 quando venne organizzato ad Ontario in California un mega raduno che richiamò oltre 300mila persone. Le band che suonarono dalla mattina alla sera rappresentavano al meglio la musica giovanile degli anni ’70. Si esibirono gli Emerson, Lake and Palmer, i Deep Purple, gli Eagles, gli Earth, Wind and Fire e i Black Sabbath. 

Tutte queste band, inglesi e statunitensi, all’epoca erano all’apice della loro popolarità. Emerson, Lake & Palmer avevano appena concluso il loro tour mondiale per presentare il vendutissimo lp “Brain Salad Surgery” e si apprestavano a pubblicare il mastodontico triplo live “Welcome back my friends”. Era il canto del cigno di un gruppo che aveva rivoluzionato la musica mescolando con grande abilità tecnica il linguaggio del rock con i grandi compositori classici come Bach, Mussorgsky, Bartok, Copland e Prokofiev.

I Deep Purple avevano pubblicato “Burn”, un disco che aveva scalato tutte le classiche mondiali. Il gruppo però era sempre alle prese da forti tensioni interne. Il cantante Ian Gillan era stata “licenziato” dal chitarrista Ritchie Blackmore. Al concerto in California, il gruppo inglese presentava per la prima volta dal vivo il giovanissimo David Coverdale alla voce solista e il bassista Glenn Hughes.

Gli americani “Eagles” avevano pubblicato “On the border”, che li aveva catapultati nell’olimpo del contry-rock. Gli inglesi Black Sabbath, tra i pionieri del rock pesante, avevano avuto un notevole successo con “Sabbath Bloody Sabbath”. Gli Earth, Wind and Fire, presentavano “Open our eyes” che si rivelerà un grande successo da milioni di copie vendute. Il grande concerto quindi aveva tutti i presupposti per essere l’evento del decennio, come Woodstock negli anni ’60. L’amplificazione messa a disposizione delle band aveva una potenza complessiva di oltre 54mila watts.

Le attese non furono deluse. La performance migliore fu senza dubbio quella degli Emerson, Lake & Palmer.

La loro padronanza tecnica era il massimo che poteva esprimere la musica rock. Keith Emerson era un pianista straordinario, aveva un bagaglio musicale molto vasto e studi classici come pochi tra i suoi colleghi. Nel concerto californiano nel suo avveniristico rack di tastiere elettroniche fece la comparsa anche il primo sintetizzatore polifonico della storia progettato dalla casa di produzione Moog. Bellissimo il suo lungo assolo al pianoforte. Carl Palmer si esibì in uno spettacolare solo di batteria, percussioni, gong e campane. Era considerato come uno dei migliori percussionisti rock del mondo. Greg Lake fece il suo intimista e romantico intermezzo alla chitarra acustica, suonando anche la celebre “Lucky man”.

Nello show dei Deep Purple, emerse clamorosamente il nervosismo del chitarrista Ritchie Blackmore. Geloso del fatto che il gruppo di Emerson chiudeva l’esibizione, cercò in tutti i modi di prolungare il suo spazio, arrivando a distruggere un paio di enormi amplificatori e provocando anche un incendio. Gli altri gruppi diedero ottime prove e il mega raduno californiano è ricordato come uno dei migliori concerti della storia del rock.

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