Santa Cecilia. Auditorium sold-out e in delirio per Antonio Pappano

Sabato 2 aprile ore 18, domenica 3 ore 18, lunedì 4 ore 20,30,  Antonio Pappanodirige l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia in due importanti composizioni del repertorio russo accanto ad una pagina di un giovane autore italiano: LaSinfonia di Salmi dStravinskij, laQuinta Sinfonia di Čajkovskij  e L’aurora probabilmente di Riccardo Panfili

ROMA – Antonio Pappano saluta gli abbonati di questa stagione nell’acustica mirabile della Sala di Santa Cecilia all’auditorium di Roma,  con un sold-out che solleva un delirio di applausi. Il maestro italo – inglese, la cui biografia è entusiasmante e al di fuori dagli schemi, prima di iniziare ha illustrato il senso dei concerti, attenzione intelligente che il pubblico gradirebbe da qualunque direttore, poiché familiarizza col cuore e la genesi delle partiture.

Con un coraggio che gli è proprio, Pappano ha iniziato presentando L’aurora probabilmente di Riccardo Panfili, musicista classe 1979, stile nuovo e difficile, la cui portata tragica fa pensare allo sconfinamento distruttivo delle derive integraliste, il cui senso il compositore chiarisce così:“ ‘L’aurora, probabilmente’  prende ispirazione da Friedrich Nietzsche, autore che ho scoperto durante l’estate dopo la terza media e del quale lessi Aurora: un’alba che illumina la notte dei feticci illusori, delle morali, delle convinzioni e delle fedi”. Riccardo Panfili specifica: “Durante la composizione del brano non smisi di pensare al’ambiguità genetica (…) delle utopie (…) da un lato, grandi dispensatrici di speranza, avanzamento sociale … dall’altro (…) inesorabilmente mancate (…). Condannate all’ambiguità: come se nel pensiero utopico abitasse una sorta di ‘cuore di tenebra’: la disposizione a tramutarsi in culto cieco, in violenza”. “L’Aurora probabilmente”, in qualche modo, sarebbe l’alba non più utopica di quella libertà dagli idoli che l’uomo non può smettere di sognare.

A seguire Antonio Pappano ha deliziato gli ascoltatori con un testo religioso La Sinfonia di Salmi di Igor Stravinskij, una delle opere fondamentali del cosiddetto periodo neoclassico dell’autore, dedicata “alla gloria di Dio”. Un coro grandioso ha reso la partitura ancora più emozionante.  L’incipit del testo cantato è tragicamente attuale: 

Ascolta la mia preghiera, Signore,

porgi l’orecchio al mio grido,

non essere sordo alle mie lacrime,

poiché io sono un forestiero,

uno straniero come tutti i miei padri.

Distogli il tuo sguardo, che io respiri,

prima che me ne vada e più non sia.

La Quinta Sinfonia di Pëtr Il’ič Čajkovskij  ha fatto, dulcis in fundo, la parte del leone con una platea che si è letteralmente sperticata e attardata a battere le mani. Un classico felicemente melodico, interpretato dalla splendida orchestra di Santa Cecilia: perla radiosa nel cuore travagliato di Roma.

Che la bellezza sia una cura, anche fisica per la salute l’uomo, è un concetto che sta penetrando le coscienze: non poteva non essere in armonia con ciò l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, che ha istituito una partnership con la Susan G. Komen Italia, un’organizzazione senza scopo di lucro, attiva dal 2000 sul territorio nazionale nella lotta contro i tumori al seno.

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