Libri. Il Principato. Storie di radio e rock’n’roll

Federico L’Olandese Volante, storica voce radiofonica, trascina i lettori in un romanzo in cui biografia e fantasia convivono al giusto punto di equilibrio

Ci vuole tutta l’arguzia, l’ironia, la fantasia e l’esperienza di un grande affabulatore e comprovato speaker radiofonico quale Frederik Van Stegeren (alias Federico l’Olandese Volante) per comporre un intrigante, delizioso, scorrevole e originale romanzo quale IL PRINCIPATO. STORIE DI RADIO E ROCK ‘N ROLL, di recente uscita per Arcana Edizioni, è e rappresenta agli occhi di un sia onnivoro che settoriale e pretenzioso lettore. A metà tra storia e finzione (non lasciatovi confondere dal titolo, ma fatevi solo ispirare dalle magiche avventure, anche se così reali, del simpatico fiammingo) entrerete in un’atmosfera ricca di fiaba e corruzione, di thriller e omertà, di sesso libero e droga condivisa, ma soprattutto di tanta musica, quella che ha incentivato il nostro Federico a costruire una carriera radiofonica che è diventata senz’altro la colonna sonora delle sue azioni, del passato – dalle radio libere olandesi a Radio Montecarlo per poi proseguire a Radio 2, Radio 105, RTL, R101 – e del presente (è suo uno dei programmi di punta di Radio Norba).

La storia, sia quella personale che professionale del celebre dj, inizia negli anni Settanta a bordo di una nave “di contrabbando artistico” che trasmetteva su frequenze libere e che, imbarcata nel Mare del Nord, diventa più volte oggetto di confisca e denunce, fino all’arresto degli occupanti speaker. E’ già questo, di per sé, un mini-romanzo perché la scrittura riesce a coprire in un periodo limitato una sincronica entrata dei personaggi (lo stesso Federico, il proprietario della radio e i colleghi, la sua fidanzata pin up che diventerà una involontaria complice nella spy story che segue), del contesto storico di quegli anni in cui dare una voce non ufficiale alla radio era l’inizio di una rivoluzione mediatica, dell’ambiente – tra società e geografia – da cui inizia a distinguersi un uomo dalle idee davvero chiare che al contempo non si fa mancare il concetto del piacere fine a se stesso. Secondo scenario è Monte Carlo: l’insediamento in questa città dalle mille contraddizioni, l’organizzazione degli studi della radio (l’emittente destinata agli italiani) all’apice dei suoi ascolti, la particolareggiata descrizione dei flic monegaschi e delle redazioni a loro contatto, il jet set delle notti in cui Federico – nel suo secondo lavoro notturno – era il music man di punta del club più esclusivo del principato, il Jimmi’z – e, a sorpresa, l’intrigo internazionale.

Una storia che coinvolge direttamente il protagonista e il cui misterioso evolversi dei fatti ci porta ad un’attenzione che sposta il baricentro della lettura dalla biografia dell’Olandese ad una vicenda che comprende personaggi noti – dai principi monegaschi al petroliere Kashoggi, dai capi della polizia ai caporedattori dei giornali locali, dai direttori di radio agli ambasciatori – e che divora la nostra curiosità, insicuri se immergerci in una voluta simulazione dei fatti o restare sui binari della realtà così come si è svolta realmente. Se l’avventura mozzafiato che si dipana ad un ritmo frenetico – da elogiare nella scrittura semplice ma ricca di dettagli e digressioni – appartiene alla realtà o all’universo onirico poco importa: l’occhio corre a fianco del protagonista alla sua stessa velocità perché, come lui, ne vuole sapere di più e, come lui, sa rispettare le proprie decisioni nel cambiare e rinascere in uno slalom di epifanie che, nonostante il libertinaggio, l’ostinazione e forse qualche eccessiva ingenuità, ce lo rendono immacolato, perché intriso di passione, quella per la musica che ha ascoltato e che sa direzionare nelle sue scelte verso i committenti del caso (memorabile, in questo senso, è l’incontro con Régine, proprietaria della discoteca più “in” di Monte Carlo, in cui vengono dettate le leggi del lavoro a partire dal costume e dalle personalità di ospiti del calibro di Ringo Starr, Michel Sardou, Frank Sinatra, Brigitte Bardot, Sylvie Vartan e Johnny Halliday, solo per fare qualche nome dei frequentatori fissi del Jimmy’z).

Una lunga carriera e un’esperienza, quella ai microfono e alla consolle monegaschi, ricca di responsabilità, ai confini fra rischio e depravazione (tante erano le tentazioni), ma con una coscienza critica che traspare in questo primo curioso romanzo biografico di Van Stegeren che è sicuramente da leggere per ricordare i tempi d’oro di un’epoca, per comprendere i dietro le quinte di un piacevole ascolto radiofonico, per percepire i silenzi di una società artefatta in cui, nonostante magagne o perfino delitti di matrici internazionali, tutto viene tenuto sotto controllo, per continuare a zuccherare e montare una panna che ricopre i segreti oscuri del pasticcere. La Monte Carlo macchina da soldi, tempio del lusso sfrenato e automatico congegno di incidenti rimossi,  sembra – fin dalla puntigliosa e severa prefazione dello stesso autore – essere il bersaglio critico dell’opera ma, smussato dai suoni mixati di Federico, diventa la stregata ambientazione in cui tutti noi, almeno una volta nelle vita, avremmo il desiderio di entrare per carpirne i segreti celati magari dietro un ascensore (luogo di riferimento degli omicidi narrati) o uno studio radiofonico. Adorabile il ritratto del noto collega Awana Gana, incantevole l’epilogo dell’ingresso della coppia olandese emigrante in suolo italiano. Un libro da leggere almeno due volte, assaporandone in prevalenza le guittate e gli straniamenti dell’autore (che descrive se stesso in terza persona). Triplice prefazione di Carlo Massarini, Carlo Conti e Linus.

Il Principato. Storie di radio e rock’n’roll 

Autore: Federico Van Stegeren

Editore: Arcana

Anno edizione: 2016

Pagine: 144

Prezzo: € 14

Condividi sui social

Articoli correlati

Università

Poesia

Note fuori le righe