Premio Zavattini. Finaliste storie di migrazione e intimità

ROMA – Il premio Zavattini è assegnato al progetto di un film documentario, della durata massima di quindici minuti, che preveda l’utilizzazione anche parziale del materiale filmico della Fondazione AAMOD – ovvero dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico – e degli archivi partner.  Un modo creativo per mantenere viva e attualizzare la nostra storia.

Il Premio è promosso dalla Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (di cui lo stesso Zavattini fu primo presidente), sostenuto dalla Siae e dal MiBACT (attraverso il bando “Sillumina”) e dalla Regione Lazio, è realizzato in collaborazione con Istituto Luce Cinecittà e con la partecipazione della Cineteca Sarda, Deriva Film e Officina Vision.

 “Sarebbe importante – ha detto Vincenzo Vita introducendo la terza edizione del premio – che una figura come quella di Cesare Zavattini, oggi non considerata come si dovrebbe, possa arrivare ad avere una valorizzazione più forte presso la cultura ufficiale”. Vita, presidente della fondazione AAMOD, ha spiegato come “l’archivio si prefigga un’alleanza culturale contro ogni sottomissione”, chiarendo come il concorso abbia lo scopo di incoraggiare nuove figure professionali e condividere la conoscenza attraverso la memoria. 

All’evento sono intervenuti Antonio Medici, direttore del Premio  Zavattini; Giovanni Spagnoletti, professore di Storia e critica del cinema all’Università di Tor Vergata; il regista Ugo Adilardi. Susanna Nicchiarelli – che con il film “Nico” ha vinto il premio Orizzonti alla 74ma mostra di Venezia e il David di Donatello per la migliore sceneggiatura originale – ha così spiegato il tracciato di quest’anno: “Percorso impegnativo e articolato quello sviluppato dai dieci candidati con una passione e un entusiasmo davvero contagiosi. Abbiamo notato come gli incontri tutoriali con i docenti, nei vari moduli organizzati in questi mesi – significativa novità nell’ambito del Premio Zavattini – abbiano prodotto sinergiche e sostanziali maturazioni nello sviluppo della traccia verso la realizzazione del teaser”.

La giuria del Premio, presieduta dalla Nicchiarelli e formata da Ugo Adilardi, Elisabetta Lodoli, Roland Sejko e Giovanni Spagnoletti, ha assegnato il riconoscimento ai seguenti progetti: “Anche gli uomini hanno fame” di Andrea Settembrini, Francesco Lorusso, Gabriele Licchelli.  “Supereroi senza superpoteri”di Beatrice Baldacci . “Domani chissà, forse” di Chiara Rigione. A queste opere in fieri sarà riservato un sostegno di carattere produttivo per realizzare, entro il mese di maggio 2019 l’intero filmato, riassunto nel breve video-teaser di presentazione. Inoltre, gli autori dei tre progetti vincitori riceveranno un riconoscimento di 2.000 euro ciascuno a lavoro terminato e i loro cortometraggi saranno proiettati in un evento pubblico.

“Anche gli uomini hanno fame” di Andrea Settembrini (Torino), Francesco Lorusso (Gagliano del Capo), Gabriele Licchelli (Torino) racconta da punti di vista diametralmente opposti, attraverso due personaggi, la migrazione negli anni Sessanta – settanta del Sud Italia, in particolare del Salento e della Puglia, verso Paesi come la Svizzera, il Belgio e il Nord Europa in generale. 

“Supereroi senza superpoteri” di Beatrice Baldacci (Città di Castello) è un progetto nel quale l’autrice narra il suo stesso rapporto con la madre. Dalla sua infanzia fino ad ora.

“Domani chissà, forse” di Chiara Rigione (Avellino) è una riflessione sul tempo e su ciò che gli sopravvive, in un perimetro in cui passato presente e futuro si fondono e confondono. 

Una scelta non sempre facile quella della giuria, poiché sono sette i restanti progetti, tutti reputati di buon livello. Ecco i titoli e gli autori: “Alùn” di Tiziano Locci; “Liquirizia romana” di Valentina Savi e Giulia Sbaffi; “Tracce di Rocco” di Marina Resta; “La Napoli di mio padre” di Alessia Bottone; “I suoni del tempo” di Jeissy Trompiz; “Questa notte finirà” di Ludovica Acampora e Monica Siclari; “Sync” di Giacomo Riillo e Gaia Siria Meloni.

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