Venezia 78. “Illusioni perdute”, il film essenzializza il mondo intellettuale privo di etica

VENEZIA (nostro inviato) Xavier Giannoli miracolosamente riesce a non deludere gli appassionati di Honoré de Balzac, operando una sintesi, con qualche libertà narrativa, incentrata su ciò che “Illusioni perdute” – sezione della Commédie Humaine dedicata da Balzac al mondo della carta stampata – condivide con la nostra epoca: l’uso personale dell’informazione per fare carriera,

il compiacere l’editore per la propria salvaguardia, le crociate faziose contro la parte avversa attraverso le bugie, strumento già invalso ai tempi di Maria Antonietta, oggi fake news popolarissime sui social. 

“Illusioni perdute” è universalmente considerato il capolavoro del grande Honoré De Balzac, ambientato nella Francia dei primi decenni del 1800, racconta dei letterati e del giornalismo popolato di nobili ma, soprattutto,  di borghesi arricchiti, in ascesa dopo la rivoluzione francese, ambiente in cui il giovane provinciale aspirante scrittore Honoré De Balzac si era con grande fatica inserito, aggiungendo un “De” al suo originario cognome plebeo per non  essere ritenuto un inferiore: esattamente quello che accade a Lucien De Rubempré, eroe de “Le illusioni perdute”.  

Romanzo di formazione di oltre ‘700 pagine, nelle quali Balzac, “scrittore un tanto al chilo” come lui stesso si definì, ha riversato molto della propria biografia e delle biografie di conoscenti. Affresco della Comédie humaine sulla classe intellettuale che nella Parigi del 1830/40 scalava il potere,  intramontabile per la precisione storica e la finissima indagine psicologica. Difficile, molto difficile da ricostruire in un film, senza dilapidarne l’essenziale profondità: come  accaduto, ad esempio, a una brutta trasposizione cinematografica di “Bel Ami” di  Guy De Maupassant, il cui protagonista è anch’esso arrampicatore e giornalista.

L’animo umano non muta, purtroppo, con il mutare delle strutture e questo film, molto ben costruito, ha saputo trasmettere quel senso di eterno e universale che è insito in ogni capolavoro: spingendoci ad una riflessione più profonda, proprio perché la radice dei nostri vizi è una spinta istintiva che viene da lontano.

Regia:

Xavier Giannoli

Produzione:

Curiosa Films (Olivier Delbosc), Gaumont, France 3 Cinéma

Durata:

144’

Lingua:

Francese

Paesi:

Francia

Interpreti:

Benjamin Voisin, Cécile de France, Vincent Lacoste, Xavier Dolan, Salomé Dewaels, Jeanne Balibar, Gérard Depardieu, André Marcon, Louis-Do de Lencquesaing, Jean-François Stévenin

Sceneggiatura:

Xavier Giannoli

Fotografia:

Christophe Beaucarne

Montaggio:

Cyril Nakache

Scenografia:

Riton Dupire-Clément

Costumi:

Pierre-Jean Larroque

Suono:

François Musy, Renaud Musy, Didier Lozahic

Nota:

dal romanzo “Illusions perdues” di Honoré de Balzac

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