Arte. Vincenzo Bonanni. Viaggio nelle solitudini umane

Solitudini/loneliness. A L’Aquila fino al 30 settembre. A cura di Benedetta Donato

L’AQUILA – Solitudini/Loneliness è il nuovo progetto dell’artista Vincenzo Bonanni che verrà presentato in anteprima nazionale, in occasione della 718esima edizione della Perdonanza Celestiniana. Dopo tre anni di assenza, Bonanni torna all’Aquila per presentare quindici opere inedite, che raccontano il viaggio all’interno della solitudine umana come condizione propria dell’essere artista.

PierPaolo Pasolini, Alda Merini, Beethoven, Fabrizio De Andrè sono solo alcuni degli interlocutori con cui Vincenzo Bonanni intrattiene un dialogo infinito, “ripresi” e impressi nelle sue opere. Ad essere ripresa è la loro arte, il loro saper fare che necessita di un isolamento fisico e mentale, al fine di poter dar vita al processo creativo che per sua stessa natura deve poter avvenire in condizione di solitudine. Intesa come scelta, come necessità creativa che viene vissuta in assoluta sintonia con se stessi o  come condizione conflittuale e dolorosa. Ancora, come espressione di malinconia per un sogno infranto o nei confronti di un paesaggio che si è costretti ad abbandonare per poter realizzare un sogno, un’idea, un’aspirazione, una poesia, una canzone, una composizione, un viaggio. L’aspirazione espressa da Bonanni è rintracciabile in questo viaggio, che unisce al percorso visivo un’idea di liberazione, un desiderio di rigenerazione nei confronti del proprio lavoro e la scelta di proporlo in un luogo che adesso ritorna alla vita.

“E’ bravo Vincenzo Bonanni, molto bravo. Di una sensibilità che va oltre le indubbie capacità artistiche, per altro innate…So della sua passione evidente per un’arte straordinaria che esprime con grande talento e col sentimento di chi certe cose è capace di viverle e di trasferirle agli altri. L’Aquila saprà riconoscere l’estro di questo giovane uomo così proteso verso attenzioni, magari le meno evidenti, ma di certo le più sofferte”, queste le dichiarazioni di Massimo Cialente, Sindaco dell’Aquila che ha accolto con evidente entusiasmo questa iniziativa.

Le quindici opere inedite verranno ospitate all’interno degli spazi del Centro Direzionale Valentini,  sede delle più importanti manifestazioni della storia aquilana più recente e già divenuto un importante e attivissimo  polo per la cultura cittadina.  Il percorso espositivo si svilupperà intorno agli imponenti lavori dell’artista corredati da immagini, fotografie, appunti che descrivono l’evoluzione di SOLITUDINI e consentono al visitatore una lettura particolarissima e privilegiata del progetto artistico nel suo insieme. Eccezionalmente, in occasione della giornata inaugurale sarà presente il Maestro Fabrizio De Melis, musicista di fama internazionale, che si esibirà in una performance musicale ideata appositamente per l’evento.

Biografia essenziale
Vincenzo Bonanni sociologo di formazione e artista per vocazione. Autodidatta, elegge la pittura a sua forma d’espressione spaziando dalla fotografia al collage, dall’installazione alla composizione scritta. Espone per la prima volta a Roma nel 2008. La sua personale riscuote grande successo di pubblico e di critica. La mostra viene apprezzata dal Maestro Mario Monicelli, che la inserisce nel suo documentario-tributo “Vicino al Colosseo c’è Monti”, presentato fuori concorso alla 56° Mostra del Cinema di Venezia. E’ vincitore del Premio Termoli Arte Contemporanea e da allora, il suo percorso in ascesa, lo porta ad esporre nelle principali città italiane e all’estero.
Nel 2009 sostiene la città dell’Aquila colpita dal sisma con una performance di videoarte a Dresda, in occasione del “World Heritage Day”. L’Istituto Italiano di Cultura a Londra lo invita alla manifestazione “Art for L’Aquila”. Partecipa con l’opera “Jimmy Dean” successivamente battuta all’asta benefica di Bloomsbury Auctions.
Durante lo stesso anno presenta nella città ferita la mostra personale intitolata “Kyrie Eleison” (Palazzo dell’Emiciclo della Regione).

L’Aquila, dal 25 agosto al 30 settembre 2012

Sede e Orari
L’Aquila
Centro Direzionale Valentini
Via dell’Arcivescovado 6

Da martedì a domenica: 10.30/13 – 17/21
Ingresso gratuito

LE FOTO
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Esplorare la solitudine
Credere in qualcosa, averne consapevolezza vuol dire essere condannati alla solitudine…aver superato un conflitto e raggiungere la condizione per cui si è in perfetta sintonia con quello che si è e che si fa. Il musicista, il poeta, il pittore, il compositore hanno bisogno di conquistare questa condizione come spazio mentale e fisico. Un esilio volontario, un’esasperata ricerca di riservatezza, una scelta per definire i vuoti e i silenzi necessari, per portare avanti una ricerca carica di energia creativa.
La ricerca di questa condizione necessaria, ha guidato Vincenzo Bonanni nel viaggio all’interno delle solitudini e dei percorsi umani di personaggi illustri, scelti da lui come fonte d’ispirazione e come interlocutori di un dialogo infinito.

In questo lavoro, il viaggio e la solitudine muovono dalla stessa matrice concettuale: il distacco…Fisico e mentale. Separazione intesa come estrapolazione, come la tensione a perdere il contatto con il circostante per liberarsene, per spezzare un atteggiamento abitudinario adottato nei confronti di ciò che si vede, che si sente, che si percepisce come definito e condizionante.
Un viaggio che ha come unico obiettivo quello di rivolgere alle cose uno sguardo distante, perché solo lo sguardo distante può diventare definitivo, portare in sé un’aspirazione che si realizza attraverso quella capacità di fissare un concetto, un’ idea, un colore, una parola.
Solitudini cerca di far luce sul percorso reale e interiore dell’artista, sugli itinerari attraverso quella che è la peculiarità del creatore di arte, il quale si occupa certamente di cose che trascendono la dimensione umana, ma è ineluttabilmente costretto a sostare in quelle che sono le condizioni fin troppo terrene del “sentire”: la malinconia, il dolore, la passione, la soddisfazione, la disillusione nel suo continuo confronto con la perfezione.

Come Richard Yates in letteratura, così Bonanni dipinge quelle esistenze che continuano ad ispirare la sua ricerca intellettuale e stilistica. Si applica alla materia con l’atteggiamento dell’artigiano, di colui che sapientemente ha elaborato una sua tecnica, una capacità manuale di realizzare qualcosa attraverso un metodo, una regola, un saper fare. Il saper fare di Bonanni è quello che lui stesso, quasi sbadatamente e timidamente, definisce “tecnica mista”, un modo forse per liberarsi dall’imbarazzo di descrivere quello che fa, con e attraverso i materiali che utilizza.
Innanzitutto non sceglie la tela, bensì il legno, una base solida e stabile che gli consente di poter esprimere un’irruenza con quello che crea, un approccio performativo con l’opera, nel momento stesso in cui le sta conferendo senso e vita. Apparentemente materica, la sua pittura è frutto di un continuo lavoro finalizzato alla sintesi e alla sottrazione. L’immagine è il minimum, la perfezione che un oggetto raggiunge quando non è più possibile migliorarlo per sottrazione. E’ la qualità di quell’ oggetto in cui ogni ogni elemento e ogni dettaglio sono necessari, essenziali. E’ quello che deve venir fuori e che deve rimanere, nonostante e al di là di tutto. Al di là delle colature, delle inserzioni, delle incursioni, di tutti gli indizi che ci riportano testimonianza di un corpo a corpo tra quello che l’artista sente e l’opera creata. L’immagine è racchiusa nei volti, nei ritratti, nei particolari emersi dalla rielaborazione delle sue composizioni che contengono memorie cinematografiche, musicali, letterarie oramai entrate a far parte del patrimonio collettivo, e che mostrano l’abilità dell’artista nel manipolare e ricombinare le fonti della contemporaneità, in uno stile assolutamente inedito e personale. Con una qualità istintiva primordiale riesce ad inquadrare con rara intensità il carico di queste presenze, mettendone in giusto risalto le diverse condizioni di solitudine.

In Maternità crocifissa, la Madonna protesa verso il Cristo si appropria, sfiorandole, delle parole tratte dal Laudate Ominem di De Andrè. Piange di lui ciò che le è tolto, rimane sospesa, immobile in questo distacco infinito, che la storia ci insegna essere breve, ma dolorosissimo, carico di un’intensa, drammatica solitudine.
La separazione, la scelta del silenzio, il distacco dalla realtà che avviene come conseguenza di una riflessione consapevole, sono espressi dai volti e dalle diverse storie di vita e creatività di personaggi come Basquiat, Patty Pravo, Ezra Pound e Oriana Fallaci.

Sulle orme di Alda Merini, ma ancora di più su quelle di PierPaolo Pasolini, si realizza il tentativo di estrapolazione, di distacco e di isolamento che più di tutti hanno ispirato  Bonanni in questo suo percorso. Intrapreso col metodo che è proprio dell’indagine empirica svolta sul campo, attraversa i luoghi della poetessa e  dell’intellettuale. In quella che fu la dimora dell’una e il territorio di avanscoperta dell’altro. Un’esplorazione volta alla comprensione profonda, filosofica, letteraria delle verità racchiuse nelle solitudini umane.
Osservando le opere di Vincenzo Bonanni si vive la difficoltà di poter trovare loro una collocazione all’interno di categorie stilistiche definite – tanto sono dense di contaminazioni e di fusioni tra generi e significati diversi; ma certamente emerge la possibilità di vivere quel senso di liberazione che è proprio delle esperienze di distacco e separazione dalla realtà e, forse, di riscoprirsi pronti ad afferrare i significati profondi, senza essere distratti dal superfluo.

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