“Corrispondenze d’arte”, mostra degli allievi dell’Accademia di Belle Arti

ROMA –  “Corrispondenze d’arte”, la mostra allestita presso il Teatro dell’Orologio di Roma, dagli allievi e allieve dell’Accademia di Belle Arti, in occasione del Festival “Contaminazioni” é curata da Violetta Caprino, che spiega “nasce grazie alla collaborazione tra il dipartimento di scenografia dell’Accademia di Belle Arti e l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico.”

La genesi del progetto sposa il sodalizio tra il teatro scenografico e l’idea di una mostra nel foyer del teatro stesso.Il Teatro dell’Orologio, pertanto, è scelto come spazio idoneo di forte suggestione ed impatto. In uno spazio di comunicazione libera, gli allievi hanno elaborato nelle loro tele un’idea di figurativo misticismo. Dietro un’apparente oscurità, la forma manifesta la sostanza. Isolata, rivela il suo impatto scenico all’osservatore accinto a comprenderle .Sentendo le riflessioni delle partecipanti, scopriamo come dietro ogni caratterizzazione della tela vi sia forte la rivendicazione di una, per l’appunto, corrispondenza fra l’apparente comunicato e il reale spesso sottaciuto dell’evidente. In un tacito e non sequenziale ordine di idee, ciascuna mette insieme una singolare idea di pittura, astratta e non. 

Ecco una carrellata dei contenuti, tela per tela:

L’allieva Antonella Ricci rivela come l’uso del colore “diventa uno strumento ideale con cui giocare. Come se si pasticciasse esplorando le meraviglie di un mondo sconosciuto”. 

Astrid Sarrocco, studia il corpo femminile con una modella. 

Il Contrabbassista” di Daniela Polese è la figura complessa della musica.

L’opera“ ’u ttuppiéttu” (la trottola), uno dei lavori che Francesca Biundo  realizza durante i cicli di sosta in terra Trinacria, intende rappresentare, ci confida, “con poche pennellate quanto mi è stato raccontato dai miei nonni riguardo ai tradizionali giocattoli in uso molti decenni fa dai ragazzi. [..]  

“Memorie” di Giulia Cacciutolo, unisce la tecnica classica con l’impiego di un mezzo solitamente estraneo alla pittura. “Ho cercato di raccontare un ricordo indefinito della mia infanzia. Nella luce di un pomeriggio in campagna, emerge una figura misteriosa a cui tutt’oggi non so dare un’identità”

Luci, di Giulia Federici, sono quelle dei lampioni, viste attraverso il vetro di un’automobile, durante un temporale. 

“Frammenti” di Giuliana Silvestrini prende avvio da una serie di studi di rielaborazione di una fotografia di reportage che documenta il territorio di guerra dopo un conflitto.

“Guardami” di Ivano Petrucci è stata ideata secondo una personale indagine psicologica dell’ Uomo contemporaneo, prendendo come modelli aspetti psicoanalitici e osservando le attuali circostanze sociali.

Laura Andreuccioli,  rappresenta il volto di un bambino. Afferma: “Questo è un lavoro sulla difficile situazione che permane in Italia, sulla crisi che  incide significativamente  nella vita di tante persone. Il bambino rappresenta il futuro, la speranza.”

“Volonté” di Maria Vittoria Marchetta rappresenta l’uomo nella sua infanzia, il quale, spinto dalla volontà di crescere in fretta, cerca di scalare quel muro che è la propria vita. 

 

“Celebrazione n.4” di Nunzia Pallante fa parte di una serie. “Non vuole essere una celebrazione di me stessa ma una scoperta viscerale del mio corpo e la sua conseguente manipolazione dovuta a una mia condizione personale”. 

 

Il lavoro di Pietro Sabatelli nasce sul tema della memoria e del sogno, dove la ricerca porta a una localizzazione geografica dei territori interiori.

 

“Una storia” di Sara Braga racconta che  non siamo attori o personaggi di una storia. Siamo intere storie fatte di persone, paesaggi, pensieri, azioni. 

 

“Percorrendo” di Sofia Ciancichi  è un opera che racchiude diversi significati legati a ricordi che comprendono strade, ponti, vie, muri.

 

Molto attento e puntiglioso nella capacità tecnica, nell’uso della pittura acrilica, Marco Eusepi sfrutta i colori freddi per risalire alla musica ermetica del classicismo musicale.

 

Marianna Adel Labib   autrice di “Odore di vaniglia” afferma che “L’opera pittorica su San Gallo rappresenta il legame tra passato e presente, la storia di una donna, figlia e nipote di donne che, dopo anni, ristabiliscono un legame con le proprie radici recuperando lo spaesamento che una personalità BORDERLINE dà, e ricucendo la propria personalità senza più prescindere dalla propria storia”.

 

Sara Savini… firma “nel mentre”… lavoro fatto nel 2008 ma rivisitato nel 2012 con la fotografia in digitale… la riflessione rimanda ad un qualcosa di ”vecchio” ma rivisto con nuovi occhi… quindi nuovo… nel mentre..”

 

Autoritratto di Violetta Carpino  (nell’immagine di copertina)  rivendica un diritto di coscienza intimista. La nudità diventa esposizione mutilata del proprio io. 

 

 

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