Il “divino artista” Michelangelo a Palazzo Ducale di Genova

Dal 21 ottobre 2020 al 14 febbraio 2021, un percorso espositivo con sculture, disegni autografi, carteggi e scritti originali, che pone attenzione non solo alla figura del grande maestro rinascimentale, ma anche agli incontri eccezionali che costellano la sua biografia 

 
 
GENOVA – “Michelangelo divino artista” è la mostra a cura di Cristina Acidini,  Alessandro Cecchi ed Elena Capretti, prodotta e organizzata da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura e dall’Associazione Culturale MetaMorfosi, che apre il 21 ottobre 2020 a Palazzo Ducale di Genova.
Una rassegna ampia, ricca, esaustiva che ripercorre le vicende biografiche e storico-artistiche di colui che, per la sua poliedrica personalità, venne definito“artista universale” da Giorgio Vasari, soffermandosi con particolare attenzione sugli incontri che hanno costellato la sua lunga e operosa vita.  Personaggi della grandezza di Lorenzo il Magnifico, dei reali di Francia, Francesco I di Valois e la nuora Caterina de’ Medici, senza trascurare la sincera amicizia con Tommaso Cavalieri o con Vittoria Colonna, marchesa di Pescara, fino agli importanti rapporti intessuti con i papi (ben sette) da Leone X  a Giulio II. 
Il percorso espositivo è suddiviso in sezioni che scandiscono idiversi periodi  della  vita di Michelangelo, con opere originali, in particolare sculture e disegni, e lavori, sempre originali, di collaboratori,da lui stesso ispirati e guidati. In mostra sono presenti due straordinarie sculture in marmo: la Madonna della Scala (1490 circa), capolavoro giovanile dell’artista conservato in Casa Buonarroti a Firenze e il Cristo redentore (1514-1516), custodito  nella chiesa di San Vincenzo Martire a Bassano Romano (Viterbo). 
Oltre a queste due eccelse sculture sono esposti  circa 60 tra disegni autografi e fogli del carteggio di Michelangelo, delle rime e altri suoi scritti originali, in gran parte conservati sempre in Casa Buonarroti. Tra i disegni, si segnala la Cleopatra, eseguita nel 1535 per Tommaso Cavalieri. Si tratta di uno di quei fogli rari e straordinari al tempo stesso, concepiti  come doni privati ad amici.  La rassegna genovese “non è una grande mostra, ma una mostra grande” – precisa la direttrice del Museo Serena Bertolucci – poiché si tratta di “un momento di rete, di ricerca e di valorizzazione del patrimonio culturale del territorio”.   
La mostra infatti è tra i primi esempi a livello nazionale che dilaterà i propri confini verso altre città, sulle tracce di una delle frequentazioni più importanti di Michelangelo, Giulio II che come Sisto IV, apparteneva alla famiglia Della Rovere di origine savonese. 
L’esposizione rappresenta dunque anche il mezzo per la promozione e la riscoperta di autentici tesori nascosti, monumenti, palazzi e opere d’arte sparsi sul territorio regionale.  “A questi tempi complessi, che impongono accessi alla cultura limitati nel tempo e nello spazio, la risposta è la semplicità della moltiplicazione delle occasioni, dei luoghi e delle sollecitazioni culturali, in una serie di rimandi e di occasioni di cultura condivisa, che attraversano non solo i luoghi ma anche le discipline, le competenze, le materie, perché la partecipazione possa essere sempre più concreta” – conclude Bertolucci.  
Per il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti “ha un valore particolare inaugurare questa mostra.  E’ un segno del fatto che, in una situazione molto difficile, cerchiamo di non arrenderci e di lasciare aperti quegli spiragli che nutrono il cuore, gli occhi, il cervello, quegli spazi di cultura a cui rinunciare sarebbe oltremodo doloroso”.
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