Steve McCurry al Macro di Roma. Le immagini del mondo

ROMA – C’è tempo fino al 29 aprile per vedere la mostra antologica delle immagini di uno dei fotografi più famosi al mondo.

Oltre all’originalità dell’allestimento (le fotografie in grande formato sono montate su “gazebi”metallici seguendo un itinerario ento-geografico e non cronologico e con grande attenzione alle luci), la mostra è importante perché fornisce un’idea molto dettagliata del lavoro quarantennale di un autore che ha saputo documentare, con grande precisione, una vasta parte del mondo che ha visitato e studiato.

Ciò che stupisce di McCurry non è soltanto la ricerca di un colore perfetto (ha lavorato per lungo tempo con le diapositive) ma la nettezza delle inquadrature e il rigore delle composizioni. Tali caratteristiche non sono dovute a manipolazioni in post-produzione, come accade oggi utilizzando il digitale con il taglio dell’inquadratura, ma all’esistenza di un “occhio fotografico”, qualcosa di assai simile all’”orecchio assoluto” dei grandi musicisti. L’altra cosa che stupisce in lui è l’elemento umano, la ricerca quasi ossessiva della luce negli occhi delle persone fotografate (come nel caso della celeberrima immagine della bambina afgana); anche quando la natura occupa un posto di rilievo nell’inquadratura, McCurry ritaglia per l’uomo il posto fondamentale nello spazio dell’immagine. Un mondo senza uomini, donne e bambini è un mondo dove McCurry non sarebbe in grado di scrutare nulla. Forse è per questo che la sua fotografia attira milioni di persone ammirate dal suo stile e da immagini che non si limitano a riprodurre la vita ma sono la vita esse stesse.

 

LE FOTO di Fulvio Lo Cicero – clicca sull’immagine per aprire la galleria


 

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