E’ nelle sale un piccolo gioiello del cinema italiano: “Il Primo Incarico” opera prima di Giorgia Cecere, con una splendida Isabella Ragonese. E’ una produzione indipendente “Teodora Film” uscito in edizione limitatissima (20 copie) eppure sta riscuotendo un discreto successo con l’unico vero supporto pubblicitario che decreta il successo di un’opera: il passaparola del pubblico
Siamo nella Puglia degli anni 50. Un’epoca di emancipazione e di ricostruzione di un intero paese. Anche Nena, la protagonista della storia, non si sottrae a questo destino. Ha studiato come insegnante, partecipa a un concorso per l’assegnazione di una cattedra e, anche a costo di staccarsi dal ragazzo benestante che ama, è pronta ad affrontare qualsiasi difficoltà. Il suo sacrificio non è disatteso, arriva l’incarico presso un borgo salentino di struggente e bucolica bellezza, ma lontano mille miglia dal futuro che le si presentava davanti insieme al suo ragazzo, colto e di buona famiglia, pronto a fare il grande salto, insieme a lei, in una grande città, Napoli, Roma. La storia del film si dipana proprio su questo inquietante interrogativo, rincorrere il sogno, il mito, fin troppo idealizzato, di un grande amore che tale è solo nelle enunciazioni e nelle parole (il suo ragazzo di buona famiglia) o comprendere e accettare fino in fondo la nuova realtà e il nuovo amore, semplice, tenero, di poche pretese, ma forte nelle radici e nei valori che porta? Non anticipiamo nulla perché questo film va sostenuto e invitiamo i lettori ad andare a vederlo, ma le sorprese, le sensazioni, la potenza delle immagini e il sapore dei sentimenti saranno intensi e perciò giustamente non anticipabili.
Giorgia Cecere, sensibile e ispirata regista alla sua prima prova, non delude le attese. Il suo background culturale e artistico parla da solo. Ha lavorato al Centro Sperimentale con Gianni Amelio, attento conoscitore dell’umanità che si concentra fra le persone ultime e disperate, ha partecipato ai laboratori artistici del maestro Ermanno Olmi (l’attenzione per l’ambiente bucolico è tutto di impronta olmiana) ha collaborato alle ultime realizzazioni del regista salentino Edoardo Winspeare, ricordiamo il suggestivo “Galantuomini” tratto da un romanzo di Carofiglio, e tutto questo sostrato culturale lo si rileva ampiamente nella trama del film.
Una menzione particolare va data alla protagonista del film, Isabella Ragonese. Ci ha abituati a ruoli antichi e moderni, allo stesso tempo, ma in questa opera si supera con un’intensità emotiva di grande livello. Non le servono il trucco o una recitazione esasperata per restituire l’afflato del tempo, i silenzi scandiscono la storia più che le azioni, bastano piccoli gesti più che scene madri per decifrare il senso del film: un cappellino, uno sguardo, l’intesa con gli alunni, le parole non dette con il suo uomo incontrato nel piccolo borgo, bastano molto più che dialoghi serrati e spericolate carrellate.
La storia di questa Italia, a partire dagli anni ’50, l’hanno fatta le donne più che gli uomini, per la loro capacità di rompere gli schemi e non impantanarsi nei luoghi comuni, è per questo che “Il Primo Incarico” questo piccolo gioiello di Giorgia Cecere, merita tutto il nostro plauso. Andatelo a vedere!
(Ha collaborato Valentina Avanzati).