Quando Kerouac chiese a Marlon Brando di fare un film tratto da ‘On the road’. La lettera

“Caro Marlon, vorrei chiederti di acquistare i diritti di On the Road per farne un film. Non preoccuparti della struttura del libro, saprei comprimere e riorganizzare la trama quel tanto che basta per farne un film dalla struttura perfettamente accettabile”, firmato Jack Kerouac.

Queste alcune righe della lettera che il quotidiano ‘Huffington Post’ ieri ha pubblicato per la prima volta e che Jack Kerouac scrisse a Marlon Brando nel 1957.  La lettera scoperta nel 2005, soltanto recentemente è stata battuta da Christiès, entusiasmando lettori e  amanti del cinema statunitense.

 

Nella lettera si legge: “Avanti Marlon, non stare con le mani in mano, rispondi” così scrive Kerouac pregando Brando di poter realizzare e produrre il romanzo ‘On the road’.  In poche ore sono stati migliaia i siti e giornali americani che hanno riportato la notizia della pubblicazione integrale della lettera in cui  Kerouac di certo non soffre di complessi di inferiorità nei confronti del grande attore.

 

Tra le righe si legge infatti  tutta la spericolatezza dello scrittore,  che  non ha  affatto dubbi sulle proprie capacità di sceneggiatore.

 

Marlon Brando comunque, probabilmente non interessato, non rispose mai alla missiva  di Kerouac e dunque ‘On the Road’ vedrà la sua trasposizione cinematografica soltanto quest’anno per  la regia di Walter Salles, già autore della vita di Che Guevara ne “I diari della motocicletta”.

 

La lettera venne scritta e spedita da Orlando, dove Kerouac era intenzionato a passare il resto del tempo, vivendo in compagnia della madre. Una lettera tra Kerouac e Brando era già apparsa anche sui giornali italiani nel 2005 ma solo in brevi stralci. Quindi soltanto ora la si può leggere nella versione integrale che Satisfiction,  il sito del bimestrale free pres pubblica nella traduzione di Nicola Manuppelli. 

Su www.satisfiction.me, si leggono altre parole di Kerouac per convincere Brando: Vorrei che fossi tu a fare la parte di Dean  perchè lui (come sai) non è uno di quei pazzi a cui piace viaggiare andare spericolati ma un vero irlandese assennato (in realtà un gesuita). Tu farai Dean e io farò Sal (così mi ha detto la Warner Bros) e io ti mostrerò come si comporta Dean nella vita reale, cosa che tu non potresti immaginare senza una buona imitazione. In realtà potremmo andarlo a trovare a Frisco, o farlo venire a L.A., è ancora un vero disperato, ma ormai è sceso a patti con la parte finale della sua vita e recita il Padre Nostro coi suoi ragazzini la sera come vedrai quando leggerai la piece Beat Generation”. Nella lunga lettera lo scrittore spiega anche: “Tutto quello che voglio è riuscire a sistemare me e mia madre per la vita, così sarò libero di andarmene in giro per il mondo a scrivere di Giappone, India, Francia, ecc ..

Voglio essere libero di scrivere ciò che mi passa per la testa & libero di dare qualcosa da mettere sotto i denti ai miei amici quando sono affamati & non preoccuparmi per mia madre. Fra l’altro il mio prossimo romanzo ‘I Sotterranei’ uscirà a New York a marzo e parla della storia d’amore fra un ragazzo bianco e una ragazza di colore, una storia alla moda insomma. Alcuni dei personaggi presenti nel libro, li hai conosciuti al Village (Stanley Gould, per esempio). Lo si potrebbe mettere in scena facilmente, molto più che On The Road”. Kerouac si rivolge a Brando immaginando di avere molto in comune con il carismatico attore cresciuto con le lezioni di Lee Strasberg all’Actor’s Studio a Ny. “Quello che vorrei è rinnovare il teatro e il cinema in America, dar loro un tocco di spontaneità, rimuovere il preconcetto della ‘situazione’ e far sì che la gente si senta bollire il sangue come se si trattasse di vita reale. Questo è ciò che intendo per mettere in scena: non una trama in particolare, non un significato in particolare, ma solo il modo in cui le persone sono.

Tutto ciò che scrivo lo faccio immaginandomi di essere un Angelo che torna sulla terra e la vede con occhi tristi così come essa è. Io so che tu approvi queste idee.  Quando sarò ricco, poi, mi piacerebbe fare grandi film francesi in America Il cinema e il teatro americani, al momento, sono un dinosauro fuori moda, che non ha risentito dei miglioramenti della letteratura americana. Se l’idea ti piace, facciamo in modo di vederci a New York – conclude – la prossima volta che passi, oppure in Florida dove sto, ma quello che davvero conta è parlarne, perchè ho l’impressione che ne possa nascere qualcosa di davvero grande”. “Mi sto annoiando in questi giorni – conclude la lettera – e mi sto guardando in giro per trovare qualcosa da fare che mi faccia riempire il vuoto, e in ogni caso scrivere romanzi sta diventando troppo facile, così come scrivere per il teatro, ho scritto la mia opera teatrale in 24 ore.

 

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