LAMEZIA TERME – Pensando a Rambaldi, l’associazione con Maestro Geppetto, il papà di Pinocchio, è immediata. Carlo Rambaldi con E.T. ha fatto qualcosa di simile, ha dato anima e personalità a un personaggio complesso ma non venuto al mondo, infondendogli la vita. Molti ricorderanno E.T., il simpaticissimo extraterrestre dell’opera di Spielberg , il suo refrain “Telefono, casa…”, il suo sguardo languido. A molti sembrerà evidente che se il pupazzo non fosse stato così simpatico e ben congegnato, la fiaba non avrebbe avuto lo stesso successo. Rambaldi era un artista, una persona che sapeva infondere alle proprie creature quel quid che fa la differenza.
Nato come pittore e scultore, laureato all’Accademia di Belle Arti a Bologna, scelse di entrare nel cinema e seguire la strada del trucco e degli effetti speciali. L’America gli ha dato tre premi Oscar. Il primo per “King Kong” di John Guillermin, del 1976. Il secondo nel 1979 per la collaborazione con Ridley Scott, il regista di “Alien”, monumento della fantascienza con al centro uno straordinario mostro alieno. Infine un terzo per “Incontri ravvicinati del terzo tipo”, di Steven Spielberg, con il quale raggiunse l’apice della notorietà attraverso E.T, nel 1982. Michael Jackson, che di “Incontri ravvicinati del terzo tipo” scrisse la colonna sonora, per comporre volle vedere ET, il pupazzo creato da Rambaldi, che lo ispirò.
Il papà di ET, come lo fu Geppetto di Pinocchio, classe 1925, è morto oggi a Lamezia Terme (Catanzaro), dove abitava da dieci anni. Nato a Vigarano Mainarda, in provincia di Ferrara, nel 1925, era profondamente legato alla Calabria, poiché la moglie Bruna ha origini crotonesi e la figlia Daniela vive anch’essa a Lamezia Terme.