Sala Umberto. “L’apparenza inganna”: contano da noi i diritti civili? Recensione. Trailer

ROMA – Quanto conta essere gay nell’Italia di oggi? Più o meno quanto contava nella Francia di Francis Veber 10 anni fa. Dichiararsi omosessuale può allontanare da sé lo spettro di un licenziamento immotivato, diventare un’icona di riscossa e perfino cambiare la vita di chi si ha intorno.

Questo sembrano suggerire Tullio Solenghi e Maurizio Micheli con il loro riadattamento teatrale di Le Placard di Veber, noto al grande pubblico grazie al successo cinematografico del 2000.
Solenghi, qui non solo protagonista ma anche regista, ha dichiarato in più occasioni quanto un testo come questo sia estremamente attuale nell’Italia odierna, così indietro rispetto a molti paesi sul fronte dei diritti civili e delle unioni di fatto, ma anche ancora così poco sensibile ai temi caldi della disoccupazione, del mobbing, dei licenziamenti facili. Quasi come se in quei dieci anni che passano dall’uscita del film di Veber a questa riduzione teatrale, insomma, poco o nulla fosse cambiato.
Di questa pièce salta subito all’occhio un uso efficace dei tempi comici e di una scenografia molto ben curata, che bipartisce la scena – in alto la casa del protagonista, in basso l’ufficio, il ristorante e la sala caffè – e attraverso un gioco di luci crea l’atmosfera per introdurre ciò che accade sul palco. Ma più di tutto, a Solenghi e Micheli si deve il gran merito di aver italianizzato il testo, portando sul palco nomi credibili (non Pignon e Santini, ma Tricarico e Spadoni), slogan aziendali di – voluto – dubbio gusto, e riferimenti ben lontani dalla Francia di Veber, riuscendo così a coinvolgere il pubblico in sala sin dalla prima battuta. Scopo primario di Solenghi, questo, a nostro dire assolutamente riuscito. Effetto al quale si aggiunge la sempre gradita capacità di far riflettere su temi di grande spessore mantenendo il sorriso sulle labbra e senza scadere in un fin troppo facile macchiettismo da osteria.
Tra “ottimizzazioni del personale”, imitazioni della “checca da barzelletta, tutta Callas, gatti e Patty Pravo” e rovesciamento dei ruoli uomo-donna, gli stereotipi finalmente si ribaltano e si ride di gusto. Ma attenzione: sempre con un occhio vigile sulla realtà.

L’apparenza inganna
Di Francis Veber, adattamento di Tullio Solenghi e Maurizio Micheli
Con: Tullio Solenghi, Maurizio Micheli, Massimiliano Borghesi, Sandra Cavallini, Paolo Gattini, Adriano Giraldi, Fulvia Lorenzetti, Matteo Micheli, Enzo Saturni
Regia Tullio Solenghi
scene Alessandro Chiti
costumi Andrea Stanisci
musiche Massimiliano Forza
arrangiamenti Fabio Valdemarin

L’apparenza inganna – Trailer

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