Anna Karenina. Senza la tolstojana introspezione. Recensione. Clip

ROMA – E’ uscito nelle sale l’atteso Anna Karenina, basato sul romanzo dello scrittore russo Lev Tolstoj e già portato sul grande schermo ben 11 volte. Una sfida colossale dunque, che però non sembra intimidire il regista Joe Wright, già avvezzo alle trasposizioni cinematografiche di grandi opere. Suoi infatti gli adattamenti su grande schermo di Orgoglio e pregiudizio (tratto dal romanzo di Jane Austen) ed Espiazione (di Ian McEwan).

Il film richiama la teatralità dell’opera: dietro un sipario elegante ma trascurato va in scena una tra le storie d’amore più celebri, ambientata nella Russia aristocratica. Anna (Keira Knightey) è infatti una nobildonna, sposa del ministro Karenin (Jude Law) e personaggio rispettato nell’alta società Sanpietroburghese. Le sue caratteristiche di madre premurosa e moglie fedele suscitano infatti ammirazione tra gli ambienti borghesi, facendo giungere la sua fama nella capitale. La donna si reca a Mosca per aiutare il fedifrago fratello Oblonsky  (Matthew Macfadyen) a riconquistare la moglie Dolly (Kelly Macdonald), ma non appena in stazione si imbatte nell’affascinante Vronsky (Aaron Taylor-Johnson), un ufficiale di cavalleria dell’esercito russo. I due verranno travolti da un amore passionale, che creerà un grande vuoto intorno ai giovani amanti: l’alta borghesia russa dell’epoca non ammetteva il pubblico adulterio. Proprio quando il sentimento sembra avere la meglio sulle convenzioni sociali ecco però che l’equilibrio viene spezzato definitivamente.

Il film, che racchiude nelle scenografie e nei costumi il suo punto di forza (e le più concrete candidature all’Oscar) non convince per l’estrema superficialità con cui viene affrontata l’introspezione amorosa: la storia d’amore tra Anna e Vronsky non è soltanto un maldestro adulterio ma una vera e propria introspezione sulla potenza devastante dei sentimenti. Nella trasposizione, nata con l’intento di rielaborare fedelmente i vari personaggi e le rispettive sfaccettature, la figura di Levin (autobiograficamente ispirata allo stesso Lev Tolstoj) viene ridotta a poche scene, anziché rappresentare il giusto contrappunto di amore semplice, tradizionale, opposto agli schemi aristocratici.  Non è infatti un caso che Levin scelga di dedicarsi all’agricoltura, come non furono un caso le critiche che il romanzo seppe guadagnarsi all’epoca per aver sovvertito l’illogica equivalenza tra ricchezza e felicità. Equivalenza riuscita soltanto a metà nel film di Joe Wright.

Anna Karenina – La mia felicità – Clip
 

 

USCITA CINEMA: 21/02/2013

GENERE: Drammatico

REGIA:  Joe Wright

SCENEGGIATURA:  Tom Stoppard

ATTORI:  Keira Knightley,   Jude Law,  Aaron Johnson, Kelly Macdonald,  Matthew Macfadyen,   Emily Watson,   Olivia Williams,   Holliday Grainger,  Domhnall Gleeson,   Ruth Wilson,  Alicia Vikander,   Michelle Dockery

FOTOGRAFIA:   Seamus McGarvey

MONTAGGIO:  Melanie Oliver

MUSICHE: Dario Marianelli

PRODUZIONE: Studio Canal, Working Title Films

DISTRIBUZIONE: Universal Pictures
PAESE: Gran Bretagna 2012

DURATA: 130 Min

FORMATO: Colore

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