Film. “L’ultima volta che siamo stati bambini”, felice esordio alla regia di Claudio Bisio

“L’ultima volta che siamo stati bambini”, tratto dal romanzo di Fabio Bartolomei, è l’esordio alla regia dell’attore comico Claudio Bisio il quale ha scelto, per la sua prima volta da direttore, un tema serissimo, riuscendo nell’intento di attribuire, senza sminuire il dramma dell’olocausto, quella levità tragicomica propria della sua identità, tale da far dichiarare alla senatrice Liliana Segre: “Caro Claudio ho molto apprezzato il tuo film perché hai saputo rendere la freschezza e l’innocenza dei bambini con un tratto talmente sensibile da offuscare la tragedia che c’è sullo sfondo”.

Il film è imperniato sullo sguardo disincantato e sincero di quattro bimbi di differente religione e classe, sui nove anni, che vivono nel ghetto di Roma e giocano alla guerra, credendo che il mondo offerto dagli adulti non possa essere messo in discussione e tuttavia uniti dall’amore che nasce dalla reciproca frequentazione.

Le loro storie sono diverse: Italo (Vincenzo Sebastiani), è figlio del ricco e potente Federale (Bisio in un cameo), Cosimo (Alessio di Domenicantonio) il cui padre è al confino, Vanda (Carlotta De Leonardis già interprete de l’Arminuta) orfana allevata in un collegio dalle suore, Riccardo (Lorenzo McGovern Zaini), figlio di un’agiata famiglia ebrea.

Un giorno accade che Riccardo, unico ebreo dei quattro, non si faccia più vivo nel ghetto e, grazie al padre Federale di Italo, i tre amici restanti credono di sapere dove sia e decidono di partire in segreto per convincere i tedeschi a liberarlo. Il film è il resoconto fantasioso del loro viaggio e di coloro i quali si metteranno sulle loro tracce per riportarli a casa …

In questa traversata molte saranno le convinzioni che tutti i protagonisti dovranno maturare e cambiare. La regia di Bisio è chiara, equilibrata. Sa suscitare il riso senza sminuire il dramma. Per se l’attore ha ricavato la breve apparizione del federale che, in conferenza stampa, ha detto essere nata da uno studio approfondito sulla realtà di ciò che ha visto con i propri occhi. Tutto il film risente di questa benefica esperienza e serietà.

L’ultima volta che siamo stati bambini