PALERMO – Salvo è un killer di mafia,un uomo astuto, spietato e intelligente. Durante la calda estate palermitana, si trova a regolare i conti con un suo rivale. S’imbatte in Rita, sorella cieca di quest’ultimo. L’incontro con la donna, è l’incontro con se stesso. La cecità della donna e la solitudine prigioniera di quella casa, permettono all’uomo di avvertire sgomento e di riflettere. I due hanno un incontro ravvicinato. Avviene il miracolo: Rita ritorna a vedere.
Condotta in un vecchio casale abbandonato alla periferia della città, Rita vivrà prigioniera dell’uomo. Quel forzato isolamento rivela ad entrambi, la possibilità di vedere oltre la cecità: fisica e morale. Amore e libertà, sono per i due prigioni esistenziali. Pochi e quasi accennati i dialoghi, mentre un motivetto contemporaneo (tratto dalla canzone dei Modà: “Arriverà”) accompagna la crudeltà muta di alcune scene.
Palermo è il luogo di ossimoriche domande. Tra oppressi e oppressori il margine degno di una vita resta appannaggio di pochi. “Salvo” è un film che nasce da un rapporto di amore e odio nei confronti di Palermo: “Fabio e io siamo palermitani” – spiega Antonio Piazza – “e dopo una lunga esperienza di sceneggiatori per la Fandango e la Filmauro che ci ha portato lontano da casa, ci sembrava normale tornare alle origini con il nostro primo film. Le scintille sono state diverse. La più importante era l’incontro fra due cecità: quella fisica di Rita e quella morale di Salvo, il nostro killer. Dal confronto fra questi due personaggi, nasce un barlume di speranza. Noi siamo stati ragazzi negli anni Ottanta. All’epoca Palermo era come Beirut. Ricordo benissimo il giorno in cui fu assassinato il giudice Rocco Chinnici. Accadde nel nostro quartiere. Rammento, vicino a casa nostra, un grosso cratere pieno di vetri rotti. Mentre intorno a noi c’era il panico, le nostre famiglie preparavano le valige per il mare. A Palermo ti viene insegnato a non vedere, a far finta di abitare in una città normale”
Il protagonista della storia rimanda al noir europeo: “Per il personaggio di Salvo cercavamo un attore che avesse un grande carisma, una presenza scenica. Volevamo un immagine forte, un corpo che occupasse prepotentemente lo spazio. Saleh Bakri ci è sembrato perfetto in questo senso” dice Grassadonia.
Accanto a Saleh Bakri, nel film recita Sara Serraiocco: ”Mentre recitavo, indossavo delle lenti a contatto che praticamente mi rendevano cieca, visto che oscuravano la mia visione. E’ stato complicato muovermi davanti alla macchina da presa e affrontare i molti piani-sequenza di cui il film è dotato. Ho conosciuto diverse ragazze non vedenti, di cui ho studiato i movimenti e la postura. In particolare, ho trascorso del tempo con una ragazza di un piccolo paese vicino a Palermo chiamato Montelepre e ho fatto tesoro del suo isolamento rispetto al contesto sociale in cui viveva.”.
Selezionato alla Semaine de la Critique dell’ultimo Festival di Cannes, insignito del Grand Prix Nespresso e del Prix Révélation France 4. “Salvo” arriva dopo il cortometraggio Rita, menzione speciale ai nastri d’Argento 2011 e vincitore a molti festival internazionali.
Genere: http://cinema-tv.virgilio.it/ricerca/genere-DRAMMATICO/anno-2010/film-d“>DRAMMATICO
CAST
Saleh Bakri nel ruolo di Salvo
Sara Serraiocco nel ruolo di Rita
Luigi Lo Cascio nel ruolo di Puleo
Mario Pupella nel ruolo di Padrino
http://film.v“>Giuditta Perriera
Montaggio:
Effetti:
http://film.virgilio.it“>Paolo Galiano
Fotografia: Daniele Ciprì
- • Durata:103 min
- • Regia: Fabio Grassadonia, Antonio Piazza
- • Prodotto nel 2013 da MASSIMO CRISTALDI PER CRISTALDI PICTURES, FABRIZIO MOSCA PER ACABA PRODUZIONI, IN CO-PRODUZIONE CON ANTOINE DE CLERMONT-TONERRE PER MACT, RAPHAEL BERDUGO PER CITÉ FILMS
- • Distribuito da:GOOD FILMS
Nei cinema il 27 giugno