SNGCI. Addio a Lilia Silvi, diva dei telefoni bianchi

Roma – La sua prima apparizione cinematografica (da adolescente con lo pseudonimo di Alice D’Artena) era del 1935 con il film Il cantico della terra di Salvatore Fernando Ramponi.

Poi la signorina Lilia Silvi – scomparsa oggi a Nettuno, vicino a Roma, a 92 anni portati ancora con allegria – era stata presa nel cast de Il signor Max del 1937 ma è con un film diretto da Max Neufeld (Assenza ingiustificata), dove interpretava la vivacissima “compagna di banco” di Alida Valli che la sua vivacità irresistibile esplose letteralmente tra le più rappresentative attrici giovani nel cinema dei telefoni bianchi. 

Protagonista ante litteram anche del gossip rosa di un tempo, avendo sposato nel ’40 il calciatore Luigi Scarabello , la Silvi ebbe da lui cinque figli, in un matrimonio dalla durata record di quasi 70 anni fino alla morte di Scarabello, avvenuta nel 2007. Con Gianni e le donne, regia di Gianni Di Gregorio, aveva avuto un clamoroso ritorno di popolarità nel 2011 e nello stesso anno Leo Gullotta e Fabio Grossi avevano decido di dedicarle , da produttori, l’omaggio di “In arte Lilia Silvi”, ideato e diretto da Mimmo Verdesca, premiato ai Nastri d’argento 2012 come  Miglior Documentario dedicato al Cinema, in cui l’attrice racconta per la prima volta la sua vita e la sua carriera. 

Proprio alla proiezione del documentario in un’affettuosa serata al Teatro Eliseo  nel gennaio scorso,  l’attrice aveva raccolto con allegria e molto fascino alla “verde età” di novant’anni già avanzati, il suo ultimo applauso. 

Leo Gullotta ne ricorda, commosso, a nome del piccolo gruppo di “In arte Lilia Silvi” l’esuberante energia senza tempo e annuncia, con la famiglia, che l’ultimo addio sarà a Nettuno, dove Lilia Silvi si era felicemente ritirata, in famiglia, negli ultimi anni.

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