“Universitari”. Maria Chiara Centorami racconta come é diventata attrice

CATANIA (nostro inviato) – La nuova produzione cinematografica di Federico Moccia, sceneggiatore e regista di ”Universitari – molto più che amici”,  ha trovato nel proscenio del Cine teatro Metropolitan di Catania la sua anteprima nazionale al ” trailer film fest”, festival del trailer cinematografico giunto alla  sua undicesima edizione, imperniato su concorsi e laboratori creativi di chiaro interesse.

La nuova pellicola dello scrittore romano ( nonché sindaco di Rosello dal 2012) si incentra sul racconto di alcuni studenti fuorisede delle università della capitale,  conviventi in una fantasiosa casa in disuso , Villa Gioconda. Il film narra come, in virtù dei rapporti che tra loro instaurano, si modifichi la loro vita, soprattutto nell’aspetto sentimentale; di come i 3 ragazzi e le 3 ragazze tra  incomprensioni, amori, travolgenti gelosie, piccoli e grandi drammi quotidiani,  amicizie in fieri, vivano il loro divenire sullo sfondo degli esami, delle lauree da conseguire,  di un futuro tutto da scrivere.

Tra le protagoniste troviamo la radiosa Maria Chiara Centorami. La ventiduenne attrice Di Vasto, nonché indossatrice, miss Marche 2010 e finalista di Miss Italia , in questa intervista a Gianmaria Tesei racconta ai lettori di Dazebao come è diventata attrice.

 

D.: Come sei stata scelta da Moccia per questo film e per il tuo personaggio?

M.C.C: Sono andata al provino sapendo che Moccia cercava una ragazza che parlasse casertano e, pur essendo di Vasto, ho improvvisato il dialetto fingendomi proprio di Caserta. Federico ha apprezzato il risultato ed il mio coraggio  e mi ha ritenuta adatta ad interpretare il personaggio.

 

D.: Presentati in tre parole che rappresentino i tuoi stati d’animo principali.

M.C.C: La prima parola è sicuramente attrice, perché è quello che sento di essere nel mondo. Rappresentare emozioni, sentimenti e pensieri e riviverli e dare il giusto sfogo. Poi bimba, perché ho avuto una sorellina all’età di undici anni, evento che oltre alla gioia per il nuovo membro della famiglia, mi ha dato la possibilità di rielaborare ad una certa età una mia parte interiore di bambina, che utilizzo per scintilla creativa nel mio mestiere di attrice. Infine buona. Perché è quello che sono e che vorrei essere sempre con tutti.

 

D.: Come vivi intimamente e creativamente il tuo essere “attrice” con “la scintilla di bambina “e come utilizzi queste due componenti?

M.C.C: Ad unirle è la follia, il volersi mettere in gioco, senza guardarsi troppo dall’esterno, con una  perpetua voglia di fare, destrutturandosi per ricostruire sempre nuove pulsioni emotive . Il tutto usando la propria sensibilità che traduce il mondo in emozioni sulla scena.

 

D.: Come si è evoluta la tua formazione e su cosa fondi le basi della tua carriera professionale?

M.C.C: Da piccola ero timida e decisi di fare teatro già a 12 anni a Vasto, per cercare di superare  la riservatezza e l’introversione. Poi mi piacque e pensai di proseguire con il teatro, per poi seguire questa vocazione trasferendomi a Roma all’età di 18 anni. In seguito ho partecipato  al Seminario propedeutico al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma ,ad uno Stage intensivo di recitazione cinematografica con Vincent Riotta, conseguendo successivamente il Diploma presso “Teatro Azione”, scuola di recitazione diretta da Isabella Del Bianco e Cristiano Censi. Ho frequentato poi l’Acting Masterclass diretta da Bernard Hiller all’interno dell’Ischia Global Film Festival; ho proseguito poi con il Workshop di voce con metodo Linklater diretto da Valentino Villa, facendo inoltre lezioni private di metodo Strasberg con l’insegnante Marika Murri, un corso intensivo di dizione e voce con Cristiano Vaccaro ed un corso intensivo di recitazione con metodo Strasberg con Marika Murri. Inoltre pratico danza e canto. 

 

D.: Tra le due forme d’arte sorelle, ossia cinema e teatro, quale ritieni più affine alla tua sensibilità artistica?

M.C.C: Trovo che il teatro dia all’artista una possibilità espressiva superiore, che il calore del pubblico sia unico. E che le emozioni che si vivono sul palcoscenico siano indescrivibili. Superato il momento coesivo delle prove tutto questo viene sprigionato con grande forza. Le scene che si creano nelle produzioni  cinematografiche sono soggette a continue interruzioni degli operatori, luci , ed altri fattori che interrompono quella particolare magia. E poi , ripeto, nel cinema manca lo splendido contatto con il pubblico, che per me è essenziale. Comunque amo ovviamente anche il cinema, ma ribadisco di preferire il teatro.

 

D.: Che tipo di attrice ritieni di essere  ed a quale attrice italiana ti ispiri?

M.C.C.: In una sola parola, Magnani. Ovviamente Anna Magnani , che vuol dire naturalezza, creatività, espressività. Ed anche Virna Lisi, icona di bravura ed eleganza ad ogni età. Vorrei ispirarmi a loro proponendomi con il mio carattere e la mia capacità di affrontare ogni nuova avventura con coraggio e volontà. 

 

D.: Quale attore italiano ritieni possa essere un esempio tecnico-stilistico da seguire?

M.C.C: Stefano Accorsi mi sembra uno tra i migliori  in assoluto per quello che ha fatto e per come lo ha fatto.

 

D.: Ed a livello internazionale chi trovi sia un attore capace di sognare e far sognare al tempo stesso?

M.C.C: Penso che Johnny Depp sia un  grande interprete, dotato di forza interpretativa e grandi capacità.

 

D.: Quale genere cinematografico ti attrae e perché, quale regista vorresti a dirigere le tue performance?

M.C.C: Io sono una ragazza che ama sognare e proprio per questo amo Il Fantasy, un genere che ti consente di volare in altri mondi sulle ali della fantasia. Ed anche perché amo questo genere cinematografico ritengo che Johnny Depp, che è un grandissimo attore come ho già detto, sia addirittura esemplare in alcune sue interpretazioni. Tim Burton è il regista con cui spererei di lavorare.

 

D.: Con quale regista italiano vorresti lavorare?

M.C.C: Ozpetek. In questo momento mi sento vicina alle sue visioni creative e mi piacerebbe essere diretta da lui.

 

D.: I tuoi progetti futuri?

M.C.C. : Dal punto di vista teatrale, dopo avere fatto recentemente,“E’ vero”di M. Murri e W. Vespertini  ,“Hopper…la’ ” di isabella Del bianco e Cristiano Censi e “Passaggi segreti: Shakespeare loves Rome” di Roberto Marafante e “Ti posso spiegare” di Roberto Marafante , replicherò quest’ultimo spettacolo in cui recito in francese. Per il cinema sto valutando varie proposte.

 

D.: Conosci bene la lingua francese?

M.C.C: Semplicemente mi sono lanciata, come ho fatto nel provino per il film di Moccia durante il quale mi sono finta casertana. Nel provino per lo spettacolo ho detto solo:” rien ne va plus, le jeux sont fait”.Ed il modo in cui l’ho detto è piaciuto e sono stata scelta. Poi ovviamente ho cominciato a studiarlo per bene. Bisogna sempre tentare ed imparare.

 

D.: Cosa pensi di potere dare al teatro ed alla cinematografia italiana?

M.C.C.: Una grande voglia di interpretare e rendere emozioni; di imparare e riproporre ogni cosa nelle sue energie e sfaccettature multiple; di vivere con coraggio i sentimenti. Di fare, fare, fare senza paura di perdersi ma con la voglia di scoprire e scoprirsi.

 

 

 

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