“Quarto Potere”, all’asta la bozza del soggetto

Il prezioso cimelio sarà battuto da Sotheby’s il prossimo 5 marzo

 

“Appartengo ad una generazione di cineasti che hanno deciso di fare film avendo visto Quarto Potere”

(François Truffaut)

 

MILANO – “Quarto Potere”, è unanimamente considerato dalla critica internazionale come uno dei film più significativi e rivoluzionari della storia del cinema. Il film di Orson Welles ha influenzato intere generazioni di registi per una serie di peculiarità, stili, linguaggi e originalità estetico-formali.

L’uso del montaggio in chiave narrativa che ribalta la cronologia del plot; l’impiego massiccio degli obiettivi grandangolari per esaltare le prospettive e le simmetrie (cosa che riprese molto Stanley Kubrick).

Ma l’aspetto più innovativo del film è costituito dall’uso, per la prima volta consapevole e sistematico, della profondità di campo e del piano sequenza (un’inquadratura che dura senza gli stacchi del montaggio). La profondità di campo è una tecnica che permette a tutto ciò che appare nell’inquadratura, sia in primo piano che sullo sfondo, di essere costantemente a fuoco. Questa tecnica, che compare anche nei film dei fratelli Lumière, era stata bandita da Hollywood perché distraeva lo spettatore con dettagli insignificanti e infrangeva la regola della gerarchia tra primo piano e sfondo. Welles, con l’aiuto del genio del leggendario direttore della fotografia, Gregg Toland, riprese la profondità di campo ispirandosi agli stili di Eric von Stroheim e John Ford (Welles vide quaranta volte “Ombre rosse” durante la lavorazione di “Quarto potere”) e ricorrendo a speciali lenti e ad una potentissima illuminazione del teatro di posa. Dando il massimo contrasto tra primo piano e sfondo (come nella celebre scena del comizio, dove giganteggia una fotografia di Kane dietro il palco), Welles e Toland riuscirono a dare allo spazio una straordinaria potenza visiva. Contro le regole del cinema classico, in particolare quella della leggibilità immediata, era anche l’uso di lenti e obiettivi che vennero usate nel film per distorcere le immagini ottenendo effetti espressivi e simbolici.

Torniamo al presente con la notizia riguardante la sceneggiatura del leggendario film.

La bozza di lavoro del regista Orson Welles per ”Quarto Potere” va all’asta da Sotheby’s a Londra mercoledì 5 marzo. Sarà battuta con una stima tra 17.900 e 23.900 sterline. Il cimelio, appartenuto al collezionista Stanley J. Seeger, reca ancora il titolo provvisorio del leggendario film ”The American”. Ed è lo stesso manoscritto che Welles lesse a George Schaefer, presidente della celebre casa di produzione cinematografica Rko, quando presentò per la prima volta il copione.

Quando iniziò a lavorare per la Rko Pictures nel 1939 Welles, poco più che ventenne, godeva già di una formidabile reputazione sia come attore sia come regista, grazie ai suoi lavori per la radio e il teatro. La scelta del soggetto del suo primo lungometraggio, ispirato al magnate dell’editoria William Randolph Hearst, fu in parte una vendetta personale di Herman J. Mankiewicz, sceneggiatore e grande amico di Hearst e della sua compagna Marion Davies, stella del cinema muto statunitense, fino a quando, a causa del suo abuso di alcolici, non venne allontanato dalla grandiosa proprietà di San Simeon, il ranch di 250.000 acri nei pressi di Los Angeles, chiara ispirazione del Candalù di Charles Foster Kane.

Nel marzo del 1940 Mankiewicz venne mandato a Victorville, una remota località del deserto californiano, per riabilitarsi e lavorare al copione di ”Quarto Potere” assieme a John Houseman, il principale collaboratore di Orson Welles. Il 16 aprile 1940, una prima bozza venne inviata al regista, che iniziò a lavorarci modificandola sostanzialmente, eliminando i riferimenti più ovvi alla vita di Hearst, e arrivando a produrre la copia che andrà all’asta a Londra, intitolata ”The American” e datata dal 30 aprile al 9 maggio 1940. Quando il manoscritto venne presentato a Schaefer, fu lui stesso a proporre il titolo originale ”Citizen Kane”, per evitare ulteriori collegamenti diretti ad Hearst.

Il valore di questo copione cinematografico non deriva esclusivamente dalla sua eccezionale rarità – solo un’altra copia a firma di Orson Welles è documentata – ma anche dalla sua prestigiosa provenienza.

Il copione venne infatti acquistato ad un’asta di Christie’s a New York il 16 dicembre 1991 da Stanley J. Seeger, uno dei più grandi collezionisti del nostro tempo che raccolse, assieme al suo compagno di vita Christopher Cone, una vasta gamma di oggetti che saranno proposti all’asta il 5 e 6 marzo da Sotheby’s a Londra.

Tra i mille lotti del catalogo si distinguono dieci uova di dinosauro fossili (stima 3.600-6.000 sterline), la poltrona di Sir Winston Churcill (stima 3.600-6.000 sterline) e la teiera appartenuta all’ammiraglio Horacio Nelson (stima 9.600-14.500 sterline).

Condividi sui social

Articoli correlati