Addio a Bob Hoskins

Il grande attore britannico è morto per una polmonite, aveva 71 anni

MILANO – Lutto nel mondo del cinema. Un grande attore, un eccellente e raffinato caratterista è deceduto improvvisamente. Bob Hoskins era noto e amato in tutto il mondo per la tua estrema versatilità. Era capace di passare dal registro drammatico a quello grottesco sino al comico.

L’attore britannico non aveva ancora compiuto 72 anni. Indimenticabili le sue interpretazioni in “Brazil” di Terry Gilliam, “Cotton club” di Francis Ford Coppola, “Nixon” di Oliver Stone e “Il nemico alle porte” di Jean Jacques Annaud. La celebrità planetaria la deve allo straordinario “Chi ha incastrato Roger Rabbit”.

Il decesso è avvenuto a causa di una polmonite: lo ha annunciato il suo agente. Hoskins aveva abbandonato il mondo del cinema, dopo la scoperta di essere affetto dal morbo di Parkinson, due anni fa.

Da mangiafuoco a protagonista, umano, in “Roger Rabbit” (interpreta un detective), la carriera di Bob Hoskins, si è snodata attraverso il circo, il teatro, la televisione ed il cinema. Nasce a Bury St. Edmunds, Suffolk, il 26 ottobre 1942: a causa dei bombardamenti, la madre gitana è costretta ad abbandonare la città di Londra e trasferirvisi. Conclusa la scuola, per mantenersi svolge mille lavori, tra cui anche il mangiafuoco in un circo, e casualmente compare a un’audizione teatrale: viene talmente apprezzato da debuttare nella compagnia londinese dello Unity Theatre. In seguito, passa al Royal Court Theatre, alla Royal Shakespeare Company e al National Theatre. In quest’ultimo teatro recita anche in “Bulli e pupe”. Parallelamente, a partire dal 1972, comincia a comparire anche in alcune serie tv, come “Thick as Thieves” (1974).

Il primo ruolo cinematografico di una certa importanza lo riveste nel film indipendente “Il pornografo” (1974), di John Byrum. Ma la vera svolta arriva con una serie tv, “Pennies from Heaven” (1978), nei panni di Arthur Parker. Dopo questo personaggio, seguono una serie di ingaggi per film di successo.

E’ finalmente protagonista in “Quel lungo Venerdì Santo” (1980), di John Mackenzie, dove emergeva quella che sarà una tipica caratteristica della sua recitazione: un senso di violenza repressa che sembra portare il personaggio sul punto di esplodere. A partire da questo momento, i registi se lo contendono, fra i tanti titoli spiccano “Cotton Club” (1984), firmato da Francis Ford Coppola, e “Mona Lisa” (1986) di Neil Jordan, che gli vale una candidatura agli Oscar e la vittoria di un Bafta, un Golden Globe e di un premio a Cannes in qualità di miglior attore.

Seguono gli intramontabili successi di “Chi ha incastrato Roger Rabbit?” (1988) di Robert Zemeckis, che gli vale un’altra candidatura ai Golden Globe per la categoria di miglior attore, “Hook – Capitan Uncino” (1991) di Steven Spielberg e “Il viaggio di Felicia” di Atom Egoyan (1999). Anche gli anni Duemila vanno a gonfie vele per Hoskins che spicca in “Il nemico alle porte” (2001) di Jean-Jacques Annaud e anche in “Lady Henderson presenta” (2005), di Stephen Frears. Nel corso della sua carriera si è cimentato anche nella regia e nella sceneggiatura, come in “La via maestra” (1988) e in “Rainbow – il mago dell’arcobaleno” (1995), in cui mescola parte della sua biografia al mondo del fantastico.

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