Teatro. A Milazzo The Red Whale con Giulio Cavalli

ROMA – Nella programmazione estiva del comune di Milazzo (ME) è apparsa una balena Rossa, The Red Whale, progetto di narrazione civile, produzione e promozione culturale, formazione teatrale e promozione di libri, immagini, video e gruppi attenti ai temi sociali. Si parte il 27, 28 e 29 giugno con Giulio Cavalli.

Il primo giorno nel Mastio del Castello “Nomi, Cognomi e Infami. I giorni successivi si terrà un seminario sulla “scrittura civile” nel teatro tenuto dall’attore e scrittore e al termine la presentazione del libro “L’Innocenza di Giulio – Giulio Andreotti e la mafia”.

THE RED WHALE

un progetto a cura di Pietro Orsatti
Per informazioni [email protected]www.theredwhale-blog.tumblr.com

Prendi due generazioni. Chiama poi attori, musicisti, narratori, teatranti, giornalisti, testimoni, fotografi, videomaker, illustratori, scrittori, librai, ristoratori e produttori. Immagina un Castello, un lungomare, una villa in cima al Capo e un ristorante a due passi da Ponenete. In una città che è quasi un’isola pronta a prendere il largo. Metti insieme tutto questo e mischia lentamente ma con decisione. E aspetta che risalga dal fondo la balena rossa al largo di Milazzo

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Lo spettacolo

NOMI, COGNOMI E INFAMI

Di e con GIULIO CAVALLI

Produzione:

Bottega Dei Mestieri Teatrali

con il contributo di

Next Regione Lombardia e

Fondazione Cariplo-Etre

E’ possibile riprendere in mano la memoria senza la solita liturgia di commemorarla ma con la passione di esercitarla? Noi siamo un paese strano: abbiamo 500 anni di storia di giullari che riescono attraverso il sorriso a mostrare il “re nudo” e invece ci chiudiamo nelle stanze del ricordo come fosse un feticcio. Peppino Impastato e i cantastorie molto prima ci hanno insegnato che dietro un sorriso ci sta l’arma più potente per sgretolare il potere. Anzi: il potere diventa prepotente perché non riesce a governare secondo le regole. E allora serve recuperare quella lezione per portare in scena l’erosione dell’onore, per attivare un antiracket culturale che passi attraverso i vizi, le pateticità e le incongruenze degli uomini di mafia che sono riusciti ad imporsi nell’immaginario collettivo grazie ad un “concorso culturale esterno alla mafia”.

NOMI COGNOMI E INFAMI è nato come viaggio tra storie di persone “normali” diventate eroiche per per la pavidità tutta intorno, da Peppino Impastato a Paolo Borsellino, da Libero Grassi a Bruno Caccia fino ai riti e conviti mafiosi che brillano in tutta la loro povertà culturale ed etica. Il canovaccio di NOMI COGNOMI E INFAMI è quello che ci succede intorno: le città che cambiano forma per dare forma ai soldi che vanno riciclati, gli episodi di mafia che non vengono riconosciuti come tali e che basterebbe mettere in fila e soprattutto i nomi e i cognomi e questa abitudine persa di indicare i colpevoli per esporli ad un giudizio pubblico. Dice Mark Twain che “non bisogna avere paura di ciò che non si conosce ma di ciò che crediamo vero e invece non lo è”: noi in scena proviamo a ridere e disarticolare la nostra paura….

Caro picciotto, o se preferisci, visto che hai imparato a pettinarti e vestirti pulito, caro estorsore, o, se preferisci, caro esattore. E poi caro al tuo capo ufficio, quello che sta seduto a contare i soldi quando alla sera raccoglie le mesate del mandamento, quei soldi che vi auguro che vi marciscano in mano. E poi cari a tutti i falliti, perché è da falliti mangiare sulla metastasi della paura degli altri, oppure, per capirsi meglio, cari a tutti gli uomini d’onore, così ci capiamo meglio, così vi prendiamo dentro tutti e entriamo subito in tema. Sono un commerciante di parole, a volte me le pagano bene, e arrotondo sempre il peso prima di chiudere la vaschetta. […] Questa sera apro la saracinesca fuori orario e vi vengo a cercare io, ma mica per i cinquecento euro così sto messo a posto, ma perché avrei, dico almeno, un paio di domande, una cosa da niente, mica per capire dove non c’è niente da capire, ma per togliermi il peso. Il peso di una curiosità che alla fine cercate sempre di farci pagare nel mercato della vigliaccheria di cui siete i detentori.”… G.C.

 

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