“Malavoglia”: la Provvidenza a ritmo di techno. La recensione

ROMA – Immagini di sbarchi di clandestini: non è l’ennesimo servizio di un telegiornale nostrano, ma l’inizio dell’ultimo film di Pasquale Scimeca, “Malavoglia”, riadattamento in chiave moderna del romanzo di Giovanni Verga, presentato in anteprima alla Casa del Cinema e che sarà nelle sale a partire dal 29 aprile.

‘Ntoni Malavoglia, il più grande dei quattro figli e in cerca di fortuna al nord, è costretto a tornare in Sicilia dopo il naufragio della barca di famiglia e la morte del padre Bastianazzo. Appassionato di musica techno, cerca di risollevare le sorti della sua famiglia continuando l’attività del padre, mentre nel frattempo la madre comincia a dare segni di pazzia, la sorella Mena s’innamora di un immigrato salvato dal rimpatrio dallo stesso ‘Ntoni, e l’altra sorella Lia inzia a frequentare un tipo all’apparenza poco raccomandabile.
Sarà proprio grazie alla passione per la musica che ‘Ntoni riuscirà a saldare tutti i debiti che rischiavano di compromettere la proprietà della casa, chiamata da tutti “La casa del Nespolo”.
Come dichiarato dallo stesso regista, si parte da uno dei romanzi più importanti della letteratura italiana per raccontare il nostro tempo: per fare questo Scimeca si avvale di un gruppo di attori non professionisti, perlopiù esordienti, la stessa cosa che fece Visconti nel 1948 con il suo capolavoro “La terra trema”.

Ed è proprio il casting il punto di forza del film, che consente di riequilibrare qualche ingenuità della sceneggiatura – il momento in cui ‘Ntoni manda una mail con allegato il brano musicale che ha scritto a un produttore discografico preannuncia in qualche modo il lieto fine.
Presentato all’ultima edizione del Festival di Venezia, il film si avvale tra gli altri del contributo della regione Sicilia ed è considerato film d’interesse culturale nazionale.   

Titolo originale: 
Malavoglia

Nazione: 
Italia

Anno: 
2010

Genere: 
Drammatico

Durata: 
94′

Regia: 
Pasquale Scimeca
   

 

Trailer

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