Primo Piano sull’autore. Maestro, demiurgo o Peppuccio

ASSISI (nostro inviato) – A conclusione del convegno su di lui, sul quale hanno parlato i più grossi nomi della critica italiana e internazionale, Giuseppe Tornatore ha esordito.

“Do un consiglio a Franco Mariotti (il direttore artistico) per il prossimo anno… il personaggio sul quale si farà il Primo Piano non mettetelo a sedere in cattedra, come è accaduto a me, tenetelo in sala. E’ molto imbarazzante stare accanto a critici che ti elogiano e avere l’obbligo di rispondere. Confesso di avere un po’ sofferto”. La parola maestro è infatti risuonata durante le quattro ore del convegno, anche contro la volontà del regista. Qualcuno a lui molto vicino, affettuosamente lo ha definito Peppuccio, qualcuno scherzosamente ha suggerito di chiamarlo tout court demiurgo. Ma ecco cosa hanno detto di lui amici ed esperti. Il premio Oscar Ennio Morricone ha precisato, con dovizia di affascinanti particolari, come “La migliore offerta  è stato un punto di rottura con le musiche del passato e un punto di inizio per le nuove esperienze. Non ho scritto una partitura, ho preparato dei frammenti, tagliando tutti gli inizi.

Chi interpretava questi frammenti non sapeva ciò che facevano gli altri. Poi, Tornatore ha disposto questi frammenti musicali nel film come lui decideva e come io gli consigliavo. Una cosa, credo, del tutto nuova per il cinema”. Massimo Cristaldi, figlio del produttore Franco, si è soffermato sul travagliato percorso di “Nuovo Cinema Paradiso”, film che è passato all’inizio del tutto inosservato e sul ruolo decisivo, in questa vicenda, che ha avuto suo padre. “L’orgoglio di mio padre – ha raccontato – gli impediva di ammettere che il budget del film, oltre 4,5miliardi di lire, era un rischio troppo grande. Ma era assolutamente convinto si volerlo fare”. Quello che molti non sanno è che inizialmente “Nuovo cinema paradiso” fu per i finanziatori un bagno di sangue, da quale si ripresero solo dopo le vittorie a Cannes e all’Oscar. Walter Veltroni, un politico che ha suscitato applausi come raramente accade, ha raccontato con limpidezza e profondità ciò che, secondo lui, c’è all’interno della cornucopia di Giuseppe Tornatore. “A Tornatore il pubblico interessa, e molto . Nel suo cinema c’è la storia, l’Italia, una grandissima cultura cinematografica, la memoria, perché senza memoria siamo tutti come uno schermo bianco, c’è epica, c’è il racconto, c’è il sogno e, infine, c’è un profondo senso del tempo che è l’elemento unificante del tutto”. Intanto si è appreso che nel futuro di Giuseppe Tornatore potrebbe esserci un film su Ulisse e sulla saga del suo ritorno a Itaca. A rivelarlo ad Assisi, lo storico e critico cinematografico Giampiero Brunetta a conclusione della XXXIII edizione di “Primo Piano sull’autore” dedicata al vincitore del Premio Oscar. “Un desiderio che mi ha rivelato lo stesso Tornatore “, ha concluso Giampiero Brunetta.  

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