Kingsman: Secret Service. Lineare e ad effetto. Recensione. Trailer

ROMA – Per fare la spia ci vuole stoffa. L’abito è la nuova armatura di un gentleman e i Kingsman sono i nuovi cavalieri.

È questa la filosofia dell’agente segreto Galahad, alias Colin Firth, 007 in doppiopetto che ha tra le sue più temibili armi un ombrello e un paio di scarpe derby in perfetto stile british. Il 25 Febbraio arriva nelle sale italiane Kingsman: Secret Service, regia di Matthew Vaughn, già autore di Kick-Ass (2010). Tratto dall’omonimo fumetto di Mark Millar, il film unisce commedia, action e fantascienza. A metà tra James Bond e Tarantino con un po’ di My Fair Lady, Kingsman è un film ad alto tasso di ironia condito con dosi massicce di umorismo nero. La trama è lineare ma il risultato è a effetto.

Una super segreta compagnia di spie devote a sua maestà la regina d’Inghilterra cura l’equilibro del mondo, o almeno tenta di farlo. Quando un agente muore sul campo si cerca di sostituirlo con una nuova recluta, previo durissimo e altrettanto segreto allenamento. Il talentuoso e inglesissimo agente Harry Hart (Colin Firth), vista la nuova minaccia globale, sceglie il suo protetto da addestrare, lo sfacciato Gary, interpretato dal giovane Taron Egerton. Come in ogni spy story non manca un cattivo che vuole conquistare il mondo, Valentine, interpretato dal “sempreverde” Samuel L. Jackson, affiancato da una bella e letale assistente, Gazelle (Sofia Boutella). Nel cast anche Mark Strong e Sir Michael Caine, che da Batman riprende l’aplomb di gran cerimoniere.

“I modi definiscono l’uomo” ripete più volte l’agente Hart che vediamo impegnato in diverse scene di azione e lotta. Dell’immagine di eroe romantico in film sentimentali a cui Colin Firth ci ha abituato, rimane solo l’umorismo inglese: “Le battute su James Bond non riguardano solo quella serie di film – ha commentato l’attore –  Kingsman è più giocoso, magari satirico, è puro godimento”.

Matthew Vaughn, che per fare questo film ha rifiutato di dirigere X-Men – Giorni di un Futuro Passato (2014) – descrive Kingsman come una lettera d’amore ai vecchi film di James Bond, ai film con le spie eleganti e alle serie TV con cui è cresciuto come Agente speciale (1961),Ipcress (1965), Il prigioniero (1967), Organizzazione UNCLE (1964) e A noi piace Flint(1967). Ci sono gli occhiali di Harry Palmer, l’ombrello di John Steed, il martini agitato non mescolato e ovviamente i gadget: microchip di silicio, penne al veleno, scarpe con neurotossina. Kingsman è però tutt’altro che scontato. Se vi aspettate di vedere l’eroe che viene catturato mentre il cattivo gli confessa il suo piano ingegnoso per conquistare il mondo ma che alla fine troverà un modo ancora più ingegnoso per liberarsi, sappiate che rimarrete delusi. Come dice Gary: “Questo non è quel tipo di film”.

Kingsman: Secret Service – Trailer

 

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