Black or White. Contro il razzismo, un Kevin Costner in versione “nonno”. Recensione

ROMA – Le ragioni per affrontare il tema del razzismo in un film possono essere tante. Mike Binder, nel realizzare il suo nuovo film Black or White, ha avuto ben chiara la sua: in America i pregiudizi legati al colore della pelle rappresentano ancora un grave problema, soprattutto per quanto riguarda la convivenza quotidiana. 

Ispirandosi allora a una situazione reale da lui vissuta in prima persona, ha scelto di affrontare la questione razziale negli Stati Uniti senza schemi precostituiti, per dare unidea della direzione che sta prendendo.

Protagonista della vicenda è lavvocato Elliott Anderson (Kevin Costner), rimasto vedovo dopo la morte improvvisa della moglie in un incidente dauto. Una tragedia che arriva a poca distanza da un altro lutto: sua figlia, infatti, era morta di parto pochi anni prima. Anderson fatica a reagire, e tanta di smorzare il suo dolore attraverso labuso di alcolici. Unico suo conforto è la nipotina bi-razziale Eloise (Jillian Estell), a cui ha sempre fatto da genitore, insieme alla moglie. Guidato dallamore sincero e profondo per la bambina, cerca di trovare un nuovo equilibrio, tra le difficoltà che gli derivano dai problemi col bere e la fatica di rimettersi in piedi dopo il nuovo lutto. Anche i pochi punti di riferimento che gli sono rimasti, tuttavia, saltano quando Rowena (Octavia Spencer), la nonna paterna della bambina, chiede che venga affidata alle cure del padre naturale Reggie (André Holland). Lei, afroamericana, non si fida di Anderson: prima di tutto perché nella freddezza che luomo ha sempre dimostrato verso la loro famiglia vede un pregiudizio razziale, e poi perché è consapevole dei suoi problemi con lalcool. Anche Reggie, tuttavia, non si presenta come il padre ideale: ha abbandonato Eloise subito dopo la nascita, e da anni ha problemi di droga. La situazione diventa sempre più tesa, finché non si arriva ad una battaglia legale per laffidamento della bambina: uno scontro che costringerà tutti i membri della famiglia a fare i conti coi loro pregiudizi positivi e negativi, con le loro paure e con i loro veri sentimenti.

Il film mette in piedi un equilibrio singolare. Da una parte adotta unimpostazione estremamente classica e un pobuonista, tipica del dramma di stampo hollywoodiano. Dallaltra, tuttavia, riesce a scandagliare il problema del razzismo senza privarlo di complessità. Il tentativo di non cadere nello stereotipo non sempre riesce: i personaggi principali risultano sfaccettati e complessi, ma non mancano una serie di cornici fin troppo utilizzate, come la solidarietà della comunità afroamericana contrapposta alluniverso dei bianchi, fatto di vuota ricchezza e di solitudine.

Tuttavia, la riflessione che la pellicola porta avanti coglie nel segno: entrambe le parti ci vengono mostrate con le loro buone ragioni e coi loro preconcetti, nella consapevolezza che ogni persona, bianca o nera che sia, deve fare i conti con la propria imperfezione. E i problemi col colore della pelle, sembra voler dire Binder, spesso non hanno a che fare con un razzismo ideologico, ma con una prima impressione distorta che nasce da reazioni istintive, condannabili, ma da cui forse nessuno di noi può dirsi del tutto libero. La vera ricetta per la convivenza, allora, sta proprio nel superare questa prima visione superficiale, per cogliere il vero valore di un individuo, nel bene e nel male, e indipendentemente dal suo colore o dalla vita che conduce in apparenza.

Black or White, quindi, sotto questo aspetto funziona, riuscendo a misurarsi con un tema delicato senza ipocrisie. La visione, inoltre, risulta piacevole: pur allinterno di una formula fin troppo collaudata, ci si emoziona e ci si appassiona alla storia, che stempera bene il dramma con qualche capatina nella commedia. A questo si aggiunge inoltre la solida prova di Costner, che grazie anche   alletà e ai suoi trascorsi cinematografici, riesce perfettamente a rappresentare un mondo che vede sgretolarsi le sue certezze, e che deve quindi lottare per trovare punti di riferimento più autentici. 

Leonardo Rafanelli

Black or White

USCITA NELLE SALE: 5 marzo 2015

GENERE: Drammatico

REGIA: Mike Binder

SCENEGGIATURA: Mike Binder

ATTORI: Kevin Costner, Octavia Spencer, Jillian Estell, Gillian Jacobs, Jennifer Ehle, Joe Chrest, Mpho Koaho, David Jensen, André Holland

FOTOGRAFIA: Russ T. Alsobrook

MONTAGGIO: Roger Nygard

MUSICHE: Terence Blanchard

PRODUZIONE: Sunlight Productions, Treehouse Films (II), Treehouse Productions

DISTRIBUZIONE: Good Films

PAESE: USA

DURATA: 121 Min

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