Cannes. Resta in concorso “Melancholia”, nonostante le polemiche

CANNES – «La direzione prende atto delle scuse di Lars Von Trier, ma sottolinea che non accetterà mai più che il festival divenga la sede per simili proclami».

Lo ha annunciato la direzione della rassegna cinematografica in una nota ufficiale. Il regista danese è stato dichiarato “persona non grata” al Festival di Cannes “con effetto immediato”, per le sue dichiarazioni in cui esprimeva solidarietà ad Adolf Hitler.  Alla conferenza stampa di presentazione del film “Melancholia”, il cineasta aveva manifestato la sua simpatia per Hitler, che diceva di “comprendere”, aggiungendo, nella valutazione storica del nazismo, che “ Israele facesse davvero cacare”.Il presidente del festival, Gilles Jacob si è  detto  “rammaricato profondamente che questo palcoscenico sia stato utilizzata da Lars Von Trier per esprimere opinioni inaccettabili, intollerabili, contrarie agli ideali di umanità e di generosità che presiedono all’esistenza stessa del Festival”. Le scuse di Von Trier alle dichiarazioni erano arrivate  nel pomeriggio. Un’ulteriore conferma da parte di France Presse, ha precisato che questa sanzione non esclude il cineasta dal concorso ufficiale per la Palma d’Oro.

Ma la giornata è catturata, dopo 22 anni, dalla coppia artistica Banderas- Almodovar, col film  ‘La piel que habito'(“ La pelle che abito”),  che verrà distribuito nelle sale ad ottobre.  Il film, girato fra Santiago de Compostela Madrid, Toledo e la regione della Galizia, s’ispira al romanzo Tarantola di Thierry Jonquet Accanto a Banderas nel cast troviamo anche Elena Anaya , Marisa Paredes e José Luis Gómez .  In sala scorrono in sequenza violenze psicologiche e fisiche  del chirurgo Robert Lédgard , interpretato da Banderas:  punisce il ragazzo che gli ha violentato la figlia, e di nascosto conduce esperimenti sulla pelle umana.
L’unica cavia, si riduce pian piano a un involucro. Ma il vero segreto è in “ciò che abita sotto quella pelle“.  Si aprono interrogativi sui limiti della  bioetica e per le sperimentazioni e sulla loro invasività, con  il rischio che si venga a determinare aprioristicamente l’uomo, ma che in questa ricerca prevalgano dinamiche tutt’altro che umanitarie.

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