Assegnati i Marc’Aurelio, Toni Servillo miglior attore protagonista, ma i veri vincitori sono gli artisti e le maestranze del cinema che hanno manifestato sul red carpet e il pubblico.
ROMA – La Giuria del Festival Internazionale del Film di Roma, 5° Edizione, presieduta dall’attore italiano Sergio Castellitto, ha concluso la sua fatica. Il responso ha premiato anche il cinema italiano con il Marc’Aurelio d’oro al miglior attore, andato a Toni Servillo per il film ‘Una vita tranquilla’ di Claudio Cupellini, storia di un italiano, perfettamente integratosi in Germania, ma segnato da un passato di affiliato ad un’associazione camorristica. Rosario (Toni Servillo) fa il ristoratore, ha cambiato identità, parla un tedesco quasi perfetto e si muove in Germania come un pesce nell’acqua. Ma un fatto imprevisto viene a scardinare questo clima idilliaco, l’apparizione del figlio del protagonista con in spalla il sacco pieno delle contraddizioni del padre. Invece, il Marc’Aurelio della giuria del festival di Roma è stato assegnato a al film belga ‘Kill me please’ di Olias Barco, una black comedy di umore nerissimo e grottesco realizzata in uno splendido bianco e nero. Il Gran premio della giuria è andato al film di Susanne Bier ‘Haevnen – In a better world’, Il film ha vinto anche il premio del pubblico. Il Premio speciale è stato assegnato al film ‘Poll’ di Chris Kraus. Il Marc’Aurelio d’oro alla miglior attrice è stato infine attribuito al cast femminile del film ‘Las buenas hierbas’ di Maria Novaro. Di grande valore anche il Premio Speciale del Presidente della Repubblica assegnato al film iraniano Dog Sweat del regista Hossein Khevarnaz per gli alti contenuti sociali del film che mostra una Teheran inedita con immagini girate clandestinamente.
Queste le risultanze burocratiche della manifestazione, ma i veri vincitori sono altri. La kermesse romana è una creatura giovane, i film in concorso hanno una loro specificità, più caratterizzati per i temi che per gli stili di tecnica cinematografica, certo i film in concorso a Cannes, Berlino e Venezia hanno una caratura più importante. Ed allora aggiungiamo noi altri due premi immaginari ma non troppo: premi per la passione, l’impegno e la fantasia, the winner are: gli Artisti e le Maestranze del Cinema Italiano e il Pubblico.
Lo spettacolo che hanno dato i manifestanti dell’industria cinematografica sin dalla giornata d’apertura, mantenendo un presidio giornaliero, è stato di grande impatto emotivo e professionale. La protesta è stata civile e non scevra di colpi di fantasia (i dazebao “Tutti a casa”, i ciack, le magliette e lo spot realizzato per l’occasione) e bene ha fatto l’attore Toni Servillo (vincitore del premio come miglior attore) a dedicarlo a tutti coloro che lavorano nel mondo del cinema e del teatro per le difficoltà che sono costretti ad affrontare e per la civile compostezza della protesta, sempre in sintonia con i responsabili del Festival, a partire dalla Direttrice Piera De Tassis e dal Presidente Gianluigi Rondi.
Altro riconoscimento assolutamente meritato al “Pubblico” abbiamo detto. I biglietti venduti da 106.000 sono arrivati a un tetto di 118.000. L’interesse, il fermento e la partecipazione del pubblico è il segno distintivo di questo Festival. Giovani e appassionati premono nelle sale come singolari soggetti affamati di cultura e di sapere, davvero uno spettacolo nello spettacolo in un frangente della vita italiana che sta conoscendo momenti di degrado di rara bassezza…