ROMA – Una rappresentazione innovativa e singolare, arricchita da grandi canzoni francesi cantate da Massimo Ranieri, distingue questo “Gabbiano” di Cechov, diretto da Giancarlo Sepe.
Rivoluzionato nella prospettiva e nella cronologia, la piéce mantiene fedeltà interiore ai personaggi e ne approfondisce il simbolismo: l’inseguimento dell’amore non ricambiato; l’arte che nutre le speranze dei protagonisti; lo svolgersi meta-teatrale della vita. Affascinanti gli intermezzi musicali di Massimo Ranieri – ad esempio la notissima “Je suis malade” di Serge Lama, “Hier encore di Charles Aznavour, “Et maintenant” di Gilbert Bécaud – repertorio anagraficamente vicino a noi, ma senza età e attinente all’ambiente, perché sappiamo come, dopo le riforme avviate da Pietro il Grande, il francese fu per lungo tempo una lingua vezzeggiata dai nobili e dagli intellettuali russi.
Gli attori compaiono in palcoscenico in una scenografia che rileva per iscritto il nome di ciascun personaggio e il regista Giancarlo Sepe si fa levatrice della loro anima universale. La storia cecoviana succintamente racconta di Irina Arkadina, celebre attrice, che convive con Boris Trigorin scrittore mediocre che ha successo. Kostja il figlio di Arkadina aspirante drammaturgo, non si sente amato dalla madre e disprezza il suo teatro routinier. Nel giardino di casa, Kostja mette in scena una sua piéce interpretata da Nina, ragazza di cui è innamorato. Sua madre critica lo spettacolo e il figlio allora lo interrompe.
Tutti i protagonisti ruotano attorno al tema sacro dell’arte, alcuni legati a vecchi schemi, altri vivono le proprie pulsioni per arrivare alla personale identità espressiva. Il gabbiano è dunque allegoria della libertà artistica, minacciata come il volatile dal cacciatore che usa il fucile. In qualche modo lo spettacolo, che una scenografia sapiente e una musica molto bella esaltano, incarna l’insoddisfazione universale di chi sente che, nella propria esistenza, non riesce a ottenere mete rassicuranti.
Il gabbiano (à ma mère)
Fino al 31 marzo
Teatro Diana / Rama 2000
MASSIMO RANIERI
IL GABBIANO (à ma mère)
da Anton Čechov
conCATERINA VERTOVA
adattamento e regia GIANCARLO SEPE
con PINO TUFILLARO FEDERICA STEFANELLI
Martina Grilli Francesco Jacopo Provenzano
musiche Harmonia Team
disegno luci Maurizio Fabretti
Scene e Costumi Uberto Bertacca
Lo spettacolo ha una durata di 2 ore compreso intervallo