ROMA – 1945. Il sipario del teatro Quirino si apre su una casa modesta e disordinata, sullo sfondo di scalcinati palazzi dalle tipiche scale americane comunicanti con l’esterno. Una luce soffusa grigio azzurra avvolge con magica tristezza. In piena crisi economica – così diversa e così simile alla nostra – una famiglia ebrea affronta la lotta quotidiana per l’esistenza.
La madre, ex ballerina, sogna per i propri figli quel radioso futuro nello show businnes che lei non ha mai avuto. Il marito corre dietro a una ragazza di umili natali e dietro a inarrivabili numeri del lotto. Il figlio maggiore, che si diletta a fare il prestigiatore, è un nevrotico pieno di paure. La mamma per aiutarlo lo mette in contatto con un manager dello spettacolo….
Una famiglia newyorkese, raccontata attraverso dialoghi sottili da un Woody Allen proposto per la prima volta sui palcoscenici italiani, che il regista napoletano Armando Pugliese trasfigura attraverso le grida di dolore della madre (impersonata da Mariangela d’Abbraccio), nella drammaticità edoardiana che accomuna a qualsiasi latitudine. Piece che sale di tono, soprattutto nel secondo tempo, e si chiude in modo lieve, nello spirito e nello stile di Woody Allen.
Come il suggestivo pittore statunitense Edward Hopper ha ritratto l’America attraverso vetrine, case , tetti e terrazze, luoghi dell’ esperienza ordinaria, solitudine e incomunicabilità, così “La lampadina galleggiante” rimanda ad analoghe atmosfere, senza giungere al pessimismo hopperiano, lasciandosi dietro una scia di magia, di grazia, persino di speranza, simboleggiata dal galleggiare di una luce che, mentre il sipario si chiude, risalta nel buio .
Roma. Teatro Quirino Dal 17 al 29 gennaio
Mariangela D’Abbraccio
LA LAMPADINA GALLEGGIANTE di Woody Allen con Fulvio Falzarano e Mimmo Mancini regia Armando Pugliese e con Barbara Giordano Emanuele Sgroi Luca Buccarello scene Andrea Taddei costumi Silvia Polidori disegno luci Valerio Tiberi