BERLINO (corrispondente) – Grande soddisfazione per la vittoria italiana che arriva dopo 21 anni. Paolo Taviani ha così commentato l’Orso d’oro a “Cesare deve morire”, interamente girato con gli ospiti ed ex ospiti del carcere di Rebibbia: “Recitando Shakespeare questi detenuti sono tornati per pochi giorni a rivivere e a loro va il nostro saluto!”
E suo fratello Vittorio: “Mentre noi siamo qui tra mille luci nell’allegria dei premi, loro sono nelle loro celle”. Poi fa i nomi dei carcerati a cui dedicano l’Orso d’oro: Flavio, Cosimo, Salvatore, Zaza’ , Giovanni, Antonio, Francesco, Fazione…
Se la stampa italiana a Berlino aveva auspicato – e non per ragioni di bandiera che farebbero torto al valore dell’opera – il massimo premio per il film dei fratelli Taviani “Cesare deve morire”, i giornali tedeschi, Berliner Zeitung in testa, avevano dato quasi certa al film ungherese “Just the Wind” di Benedek Fliegauf la conquista dell’Orso d’oro della 62ma edizione della Berlinale.
“Just the Wind”, ha invece vinto l’Orso d’argento gran premio della giuria. “Just the wind” racconta una storia che si basa su eventi realmente accaduti, ricostruendo il molteplice sguardo di una famiglia rumena di Rom, che vive sprofondata nel terrore dopo il massacro a sfondo razziale perpetrato nel loro villaggio in Ungheria. La passione si respira come aria nell’atmosfera. Un nuovo giorno nel villaggio ungherese dove le famiglie Rom, vivono vicine ai loro stessi assassini, dei quali ci si dimentica in fretta, perché nessuno ha visto o sentito niente. Una storia raccontata senza pathos e senza cadere nel thriller psicologico, con piccoli dettagli: il razzismo nella vita quotidiana dei Rom, l’impossibilità ad agire, l’impotenza che si trasforma in rabbia. Un mondo di paura e sentimento senza la vista del sangue. Quest’anno alla Berlinale, sono stati premiati l’impegno e i temi sociali. Ma ecco ad uno ad uno tutti gli Orsi:
ORSO D’ORO AL MIGLIOR FILM
Cesare deve morire di Paolo & Vittorio Taviani (Italia)
JURY GRAND PRIX – ORSO D’ARGENTO
Csak a szél (Just The Wind) di Bence Fliegauf (Ungheria, Germania, Francia)
ORSO D’ARGENTO – MIGLIORE REGIA
Christian Petzold per Barbara (Germania)
ORSO D’ARGENTO – MIGLIORE ATTRICE
Rachel Mwanza in Rebelle (War Witch) di Kim Nguyen (Canada)
ORSO D’ARGENTO – MIGLIOR ATTORE
Mikkel Boe Følsgaard in A Royal Affair di Nikolaj Arcel (Danimarca, Svezia, Repubblica Ceca, Germania)
ORSO D’ARGENTO – MIGLIOR CONTRIBUTO ARTISTICO
Lutz Reitemeier DOP di White Deer Plain di Wang Quan’an (Cina)
ORSO D’ARGENTO – MIGLIORE SCENEGGIATURA
Nikolaj Arcel e Rasmus Heisterberg per A Royal Affair di Nikolaj Arcel (Danimarca, Svezia, Repubblica Ceca, Germania)
ALFRED BAUER PRIZE IN MEMORIA DEL FONDATORE DEL FESTIVAL PER UN’OPERA INNOVATIVA
Tabù di Miguel Gomes (Portogallo)
PREMIO SPECIALE – ORSO D’ARGENTO
L’enfant d’en haut (Sister) di Ursula Meier (Francia, Svizzera)