Casa delle culture. “Aspettando Godot”: bravi attori per un classico del novecento. Recensione

ROMA – “Andiamocene!”
“Non possiamo.”
“Perché?”
“Aspettiamo Godot.”

Come una breve filastrocca, è questo botta e risposta che scandisce il tempo di Gogo e Didi, due vagabondi che sotto un albero, attendono un certo Godot. Però Godot non arriva e la giornate sembrano sempre uguali e infinite. Il dilemma di tutta la tragicommedia di Beckett è proprio l’attesa, lunga e straziante di una vita migliore. In scena anche la speranza, i sogni e forse anche l’ingenuità di due poveracci che elemosinano non solo cibo e denaro, ma un’esistenza decente.

“A ciascuno la sua piccola croce. Durante il piccolo oggi e il breve domani”. È questa consapevolezza che rassegna e allo stesso tempo incoraggia i due protagonisti che cercano di ammazzare il tempo conversando per non pensare, insultandosi senza riuscirci, giocando, ma senza divertirsi.

Il luogo e l’ora dell’appuntamento con Godot sono vaghi. Lo stesso Godot non si sa chi sia. Gogo è convinto che quando arriverà, li accoglierà nella propria casa, darà loro qualcosa da mangiare e li farà dormire in un luogo asciutto. Ma Didi, irascibile e disperato non ci crede, ormai non crede più a nulla e vuole impiccarsi. Durante la lunga attesa i due incontrano Pozzo, il proprietario della terra in cui i due bivaccano, e il suo servitore Lucky, un vecchio stanco e bavoso tenuto al guinzaglio.

Siamo proprio nel teatro dell’assurdo con personaggi grotteschi, dialoghi senza significato, ripetitivi e che provocano, a momenti, amari sorrisi. A dominare, infatti, è proprio quella sensazione d’incomunicabilità tra gli esseri umani e la tristezza di due vite prive di scopo e significato.

Perfetta e coinvolgente interpretazione degli attori Claudio Capecelatro, Marco Carlaccini, Giorgio Di Donato, Alessandro Grottadauria e Roberto Zorzut che per quasi due ore hanno mantenuto alta l’attenzione nel piccolo teatro della Casa delle Culture di Roma.

Il palco, all’inizio chiuso come un pacchetto regalo, viene “scartato” dalla maschera di sala per mostrarne il contenuto al pubblico. Una povera scenografia riempita da smorfie, sentimenti, umanità, movimenti e voci profonde. Un vero e proprio dono i presenti e ritengo per gli stessi attori e il regista che si sono imbattuti, con un ottimo risultato, in uno dei testi più interessanti del panorama teatrale del Novecento.

Aspettando Godot
di Samuel Beckett
A cura della compagnia degli Intonsi
Regia di Claudio Capecelatro
Con Claudio Capecelatro, Marco Carlaccini, Giorgio Di Donato, Alessandro Grottadauria e Roberto Zorzut.
Dal 23 febbraio all’11 marzo 2012
Casa delle Culture – via di San Grisogono 45, Roma

Condividi sui social

Articoli correlati

Università

Poesia

Note fuori le righe