Festival di Cannes: tre film italiani (due sono firmati da donne)

Il festival di Cannes, che resta il più temibile concorrente della Mostra di Venezia, non ha sempre dimostrato di amare fino in fondo il cinema italiano. Mentre è vero che in Francia autori italiani come Roberto Rossellini o più recentemente  Nanni Moretti hanno vantato un personale successo di pubblico e di critica, è anche vero che la rassegna sulla Croisette si è spesso dimostrata avara di riconoscimenti per il nostro cinema.

Con la edizione numero 71, che si aprirà il 9 maggio per concludersi il 19, il festival di Cannes accetta in concorso due soli film italiani e ne lascia fuori altri non meno meritevoli. Un terzo film è ammesso alla sezione Un certain regard, nata nel 1978 per dare visibilità a film particolarmente originali ma non altrettanto competitivi.E di questitre film, due sono diretti da donne.

Il fatto non è casuale: sono dunque in concorso  Lazzaro felice firmato da Alice Rohrwacher  di cui è protagonista Nicoletta Braschi, la moglie attrice di Roberto Benigni; e Dogman, diretto da Matteo Garrone, che si rifà ad un fatto di cronaca nera nella Roma degli anni Ottanta di cui fu protagonista un energumeno noto come il “canaro della  Magliana” perché lavorava nello studio di un veterinario. Il film entrato nella sezione Un certain regard è  Euphoria firmato nella regia da Valeria Golino e interpretato da Riccardo Scamarcio e Valerio Mastandrea. Quanto successo riscuoteranno le nostre registe non è facile prevedere: la giuria internazionale del festival della Croisette è imperscrutabile. Comunque, non è detto che il nostro cinema non faccia ancora una volta una bella figura. Chi sono le nostre registe  in gara? Valeria Golino è alla sua seconda prova come regista. La prima è stata con Miele, un film che non ha mancato di riscuotere  autentici consensi e che proprio nella sezione Un certain regard di Cannes ha avuto il suo lancio. Alice Rohrwacker , la sorella di Alba, ormai  attrice di tutto rispetto,  si è fatta apprezzare con una regia teatrale di Traviata che non è passata inosservata.

La selezione presentata ieri a Parigi nella consueta conferenza stampa dal direttore del Festival non è chiusa: nei prossimi giorni potrebbero essere  annunciati nuovi arrivi. Si sa, intanto, che fuori concorso sarà presente sulla Croisette una versione restaurata di 2001 Odissea nello spazio, un omaggio a Stanley Kubrick nel cinquantenario del film che fece epoca, e che resta un pilastro nel cinema di fantascienza.  Ugualmente  fuori concorso,  ma sicuramente di grande aspettativa, è Papa Francesco, un uomo di parola,  un documentario  che Wim Wenders ha dedicato alla figura del Pontefice  “venuto dalla fine del mondo” (come ebbe a definirsi affacciandosi dalla finestra di piazza san Pietro la sera della sua elezione). 

Un grande assente, per il momento, da Cannes 2018 è il nuovo film di Paolo Sorrentino, Loro, di cui si è già detto che a Berlusconi, cui allude, non è piaciuto. La ragione per cui il direttore del festival non l’ha nesso in selezione è perché il film uscirà in due date diverse: una prima parte  il 24 aprile, una seconda il 10 maggio. Era già successo anni fa con Novecento di Bertolucci, che al cinema Adriano di  Roma il furbo esercente  proiettò in due giorni diversi facendo pagare due volte il biglietto. Ma erano altri tempi. Oggi la competizione mondiale è  asperrima, bisogna guardarsi da tutti, da Netflix per prima, che proprio a Cannes registra quest’anno una sconfitta: nessuno dei suoi film sarà in concorso, perché non  destinati ad essere proiettati nelle tradizionali sale cinematografiche. E’ anche vero che le produzioni Netflix sono dei colossal rivolti ad un pubblico di giovanissimi, sui quali il cinema sotto casa non ha nessuna attrattiva. Inevitabile, dunque, dividere gli obiettivi: ma forse c’è posto per tutti. 

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