CANNES (nostro inviato) Il 2022 è stato per il festival del cinema sulla costa Azzurra un anno sottotono, meno pubblico pagante, meno fan a caccia di autografi, meno curiosità per i divi che salgono la Montée des Marches del Gran Teatro Lumiére.
Causa evidente gli anni difficili che sta attraversando il pianeta, il cui riverbero arriva anche qui, nell’isola apparentemente felice della Croisette, in pratica “l’isola che non c’è”. Non a caso le star e i produttori cinematografici hanno posto l’accento sul tornare al cinema: per loro è sopravvivenza. Un pianeta sempre più interconnesso ha bisogno di equità e parità di diritti umani ed economici per sopravvivere, se questo su larga scala non esiste, il battito d’ali di una farfalla pesa anche se vibra in un punto lontano della terra.
Non è chiaro da cosa storicamente dipenda una certa omologazione dei contenuti e dei livelli artistici, sentita dagli addetti ai lavori e riscontrata chiaramente negli ex aequo. Di sicuro il 2022 ha avuto molti buoni film in programma, ma nessuno che abbia colpito in maniera straordinaria. Resta il fatto che la Palma d’oro a Ruben Östlund fosse la più saggia: in un momento in cui esiste tanta sofferenza, la sintesi umoristica dei mali della parte più evoluta del globo aiuta a capire dove sbagliamo.
Palma d’oro al miglior film:
Triangle of sadness, regia di Ruben Östlund
Gran Premio (ex-aequo):
Close di Lukas Dhont e The stars at the noon di Claire Denis
Premio della Giuria (ex-aequo):
Le otto montagne di Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersch e Eo di Jerzy Skolimowski
Premio del 75° Anniversario:
Jean-Pierre e Luc Dardenne per Tori et Lokita
Premio alla migliore interpretazione maschile:
Song Kang Ho per Broker
Premio alla migliore interpretazione femminile:
Zar Amir Ebrahimi per Holy Spider
Premio alla Regia:
Park Chan-wook per Decision to Live
Premio alla Miglior Sceneggiatura:
Tarik Saleh per Boy From Heaven
Caméra d’or alla migliore opera prima di tutte le sezioni:
War Pony di Riley Keuogh and Gina Gammell (Un Certain Regard)
Caméra d’or premio speciale:
Plan 75 di Hayakawa Chie