Festival di Roma 9. Da quest’anno un esperimento inedito

ROMA –  (nostro inviato) – Se a Venezia la stampa prima, e gli spettatori dopo, storcevano la bocca per la scelta di film lunghissimi, intellettualoidi, ermetici, che dicevano in tre ore e mezza ciò che si poteva esprimere in un quarto d’ora con migliori risultati, il festival di Roma sceglie  la direzione opposta, quella della festa popolare, appellativo originario al quale la nona edizione non è ancora tornata, ma si appresta. Lo spirito in fondo con cui la manifestazione era nata dalla volontà di Walter Veltroni. 

Quello di oggi è un atto di buonsenso e di coraggio, soprattutto per un mondo che qualche volta scambia la “puzza al naso” per valore. Se è vero, come scrive Henry Miller ne “I libri della mia vita”,  che dovremmo leggere meno perché siamo pieni di spazzatura, che le opere cui val la pena di dedicarsi sono pochissime e spesso apprezzate solo da una nicchia di lettori, è vero pure che scopriamo dopo molto, con la giusta scrematura degli anni, ciò che chiamiamo arte, tramandata grazie a indelebili emozioni sedimentate. C’è tuttavia in certo cinema, che sia arte o meno, una capacità di intrattenere e divertire che non va sottovalutata. Ricordiamoci che Don Camillo e Peppone, film oggi considerati dei classici, erano robaccia per la critica paludata del tempo. La teoria della relatività è applicabile anche in questo settore.

Il festival di Roma quest’anno diventa dunque popolare, suffragato dal voto affidato al pubblico. Un evento inedito che preparerà sorprese e, non è escluso, potrebbe essere l’apripista per altre manifestazioni. Le App ufficiali del Festival, sviluppate da XAOS e marchiate Funweek, saranno il principale veicolo di informazioni su mobile e, novità assoluta a livello internazionale, lo strumento dedicato alla raccolta delle preferenze degli spettatori. Sarà la gente a premiare i film di tutte le linee di programma. Prima volta assoluta in un festival i riconoscimenti più importanti saranno assegnati in base alle preferenze espresse dai non addetti ai lavori all’uscita dalla sala, raccolte dalla App mobile ufficiale dell’evento, dal sito internet e dalle postazioni adibite presso l’Auditorium. Le applicazioni quest’anno sono non solo strumento d’informazione e intrattenimento ma anche d’interazione fra pubblico ed evento. Dice  Marco Del Bene direttore head marketing e strategia di XAOS: “Quest’anno oltre al voto e al lavoro della redazione Funweek metteremo a disposizione la nostra nuova piattaforma di video produzione Dcut, uno strumento editoriale che ci consente di sviluppare, montare e distribuire notizie in pochissimo tempo. E’ stata una sfida, ma siamo entusiasti di poter dare il nostro contributo alla Capitale.  La possibilità di voto attraverso lo smartphone, che è il futuro del concetto di televoto,  rende il Festival Internazionale del Film di Roma sempre più tecnologico, al passo con i tempi e – di fatto – sempre più internazionale”.

L’app è GRATUITA e compatibile con iPhone, iPod touch e iPad con iOS 5 e successivi, Smartphone Android con OS 2.2 e successivi.

Il festival quest’anno si apre con la commedia Soap Opera con Abatantuono e De Luigi e si chiude con Andiamo a quel paese del duo comico Ficarra e Picone, decisione che ha suscitato polemiche. Tra gli italiani Tre tocchi di Marco Risi e Buoni a nulla di Gianni Di Gregorio,  Last Summer, opera prima di Leonardo Guerra Seràgnoli,  Index Zero, opera prima di Lorenzo Sportiello.

Tra le anteprime Angels of Revolution di Aleksej Fedorcenko, Time Out of Mind  con Richard Gere in odore di Oscar.  L’amore bugiardo – Gone Girl di David Fincher, con Ben Affleck e Rosamund Pike, Black and White di Mike Binder, film sul razzismo con Kevin Costner. Vedremo inoltre Still Alice di Richard Glatzer con una Julien Moore, anch’essa da Oscar,  Love, Rosie (#ScrivimiAncora) di Christian Ditter. Vedremo, molto attesa,   l’ultima grande interpretazione del compianto Philip Seymour Hoffman “La spia”. E sul tappeto rosso sono dati per certi Richard Gere, Kevin Costner, Clive Owen e i mitici Spandau Ballet.  

La presentazione del programma da parte del direttore artistico Marco Muller è stata preceduta dalla protesta dei fan di Franco Califano, che hanno contestato l’esclusione del film “Non escludo il ritorno”, dedicato, sì, al popolare cantante ma, come si sa, a questo mondo tutto ha un limite.

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