Luchino Visconti diresse questo film, il suo penultimo, nel 1974, l’anno dopo aver girato Ludwig e due anni prima di chiudere la sua produzione con L’innocente: sarebbe morto nel 1976. La Festa del Cinema di Roma rende omaggio al grande regista riproponendo uno dei suoi migliori film in un’accurata versione restaurata dal Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale.
Ne è protagonista un magistrale Burt Lancaster nei panni di un anziano professore che vive di ricordi in una grande casa piena di libri e di quadri dove in perfetta solitudine aspetta apparentemente sereno la fine di un’esistenza vissuta con profondo distacco dal mondo. Ma un giorno il mondo che più detesta, quello moderno, volgare, della borghesia arricchita gli piomba in casa quando si fa convincere da una donna arrogante ad affittarle l’appartamento al piano di sopra da destinare alla figlia, al di lei fidanzato ma soprattutto al proprio amante.
Vengono a confronto due mondi opposti, in stridenti contrasti che offrono a Visconti l’occasione per uno splendido autoritratto nel personaggio del professore e, nel finale, amare considerazioni su un mondo che muore mentre se ne annuncia un altro del tutto diverso e certamente non migliore. Quasi un film-testamento.
Regia: Luchino Visconti
Interpreti: Burt Lancaster, Silvana Mangano, Helmut Berger, Claudia Marsani, Stefano Patrizi, Claudia Cardinale, Dominique Sanda, Romolo Valli
Durata: 125′
Origine: Italia/Francia, 1974
Genere: Drammatico