Venezia 81. “Apocalypse in the Tropycs”:  Chiesa evangelica e politica in Brasile

Apocalypse in the tropics l’applauditissimo documentario fuori concorso della brasiliana Petra Costa, regista candidata all’Oscar, racconta come l’evangelizzazione sia stata esportata in Brasile da personaggi come Billy Graham e Henry Kissinger, che vedevano come un pericolo per gli interessi USA la svolta a sinistra della chiesa cattolica in Sud America. 

Pastori fondamentalisti evangelizzarono il paese  aprendo nuove chiese, sino ad arrivare a  un numero esorbitante di fedeli che nessun politico poteva ignorare. 

Per rendere chiaro il fenomeno la Costa  usa filmati di repertorio, oltre che il suo girato, e fa parlare tantissime voci dai cittadini qualunque fino alle altissime cariche, ripercorrendo l’ondata di disordini che ha afflitto il Brasile nell’ultimo decennio. 

Silas Malafaia, popolare televangelista e importante esponente nella chiesa pentecostale Assembleias de Deus, si dice capace di  esercitare una grande influenza sui politici sia di sinistra che di destra in una nazione in cui gli evangelisti sono più del 30% . 

Per assecondare quel bisogno  di  un Santo in Paradiso, soprattutto di chi non ha mezzi per studiare, Jair Bolsonaro aderì al credo evangelico facendosi battezzare con tanto di immersione nel fiume Giordano e assunse  il biblico appellativo di Messia. 

Poi Bolsonaro continuò la sua campagna elettorale fondata su convinzioni xenofobe, misogine, omofobe, a favore della discriminazione anti-indigena e della deforestazione, negazionista nei confronti del Covid  con conseguenti 700.000 decessi. 

Le accuse che condussero Lula Da Silva a una ingiusta prigionia per quasi due anni, si ritorsero contro Bolsonaro quando si scoprì che i procuratori del caso, da lui nominati, erano corrotti. 

Dopo le elezioni, Jair Bolsonaro, sorretto da fondamentalisti fanatici e fake-news, cercò nel solco di Trump di annullare il voto pro Lula con l’ insurrezione. C’è analogia tra le scene di Apocalypse in the Tropic e quelle di Capitol Hill.

 Petra Costa enuclea contraddizioni sociali e psicologiche di una democrazia giovane e appesa a un filo. 

Il segreto bisogno che ha spinto tanti a volgersi in una direzione magica e ultraterrena , non si rivela un problema solo brasiliano o statunitense,  ma  sembra appartenere alla sofferenza di quei popoli che stanno perdendo la speranza nel miglioramento della loro vita e di conseguenza nella democrazia.

Durata: 110’

Lingua: Portoghese

Paesi: Brasile, Usa, Danimarca

Interpreti: Silas Malafaia, Elizete Malafaia, Jair Bolsonaro, Luiz Inácio Lula da Silva, Petra Costa – come se stessi

Sceneggiatura: Petra Costa, Alessandra Orofino, Nels Bargenther, David Barker

Fotografia: João Atala, Pedro Urano, Murilo Salazar, Ricardo Stuckert

Montaggio: Jordana Berg, Tina Baz, David Barker, Nels Bangerter, Victor Miaciro, Eduardo Gripa

Musica: Rodrigo Leão

Suono: Olivier Goinard, Carlos E. Garcîa, Felipe Mussel

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