VENEZIA – E’ stata presentata al Lido di Venezia l’edizione 2018, nei fatti la terza, del Premio Zavattini.
Hanno partecipato Vincenzo Vita, Presidente della Fondazione Archivio Audiovisivo Movimento Operaio e Democratico; Paolo Baratta, Presidente della Biennale di Venezia; Alberto Barbera, Direttore artistico della Mostra; Antonio Medici, direttore artistico premio Zavattini; Enrico Bufalini, direttore dell’archivio storico dell’Istituto Luce; Giuseppe Giulietti, Presidente della FNSI; Laura Delli Colli, Presidente del SNGCI; Franco Montini Presidente del SCCI.
Il premio Zavattini è un concorso per giovani film-maker professionisti e non, di qualsiasi nazionalità, di età compresa tra i 18 e i 35 anni, che abbiano presentato il progetto di un film documentario, della durata massima di 15 minuti, che preveda l’utilizzazione anche parziale del materiale filmico della Fondazione Aamod e degli archivi partner. Uno scavo nella documentazione del passato per meglio comprendere l’attualità e preparare il futuro.
Vincenzo Vita ha sottolineato come Cesare Zavattini ci abbia insegnato quanto la memoria sia “Incantevole”. “Senza la memoria – ha affermato Vincenzo Vita – non si capirebbe la geopolitica del mondo e non sarebbe possibile fare proiezioni sul futuro”. Paolo Baratta ha precisato che un archivio “è vivo se vi sono persone vive che lo considerano una dilatazione di quello che ci sta di fronte” e ha aggiunto che la mostra di Venezia agevola il lavoro dei giovani attraverso tale strumento. Alberto Barbera ha posto l’accento sulla necessità e sull’importanza della riflessione sul reale. Il premio è in sostanza un incoraggiamento ad approfondire le problematiche della realtà partendo dalle origini per meglio connettersi al domani.
A proposito di realtà, Vincenzo Vita ha ricordato le vicende di molti esponenti del mondo della cultura e del cinema privati della libertà per le loro idee. Basti ricordare Oleg Sentsov, il giovane regista ucraino dissidente, che langue in una prigione della Siberia da 1570 giorni e sta facendo uno sciopero della fame. Sentsov secondo Amnesty International sarebbe in grave pericolo di vita. Vita ha annunciato a questo riguardo precise iniziative nel breve periodo.
La Giuria del Premio Zavattini, presieduta da Susanna Nicchiarelli e composta da Ugo Adilardi, Elisabetta Lodoli, Roland Sejko, Giovanni Spagnoletti ha selezionato per il 2018 questi progetti finalisti, ecco i titoli e gli autori: “Anche gli uomini hanno fame” di Andrea Settembrini, Francesco Lorusso, Gabriele Licchelli; “La memoria della luna” di Tiziano Locci; “La sopraelevata” di Benedetta Valabrega; “Domani chissà”, forse di Chiara Rigione; “Liquirizia romana” di Valentina Savi e Giulia Sbaffi; “Tracce” di Rocco di Marina Resta; “La Napoli di mio padre” di Alessia Bottone; “Supereroi senza superpoteri” di Beatrice Baldacci; “I suoni del tempo” di Jeissy Trompiz; “Monuments Men: la storia di Montecassino” di Ludovica Acampora e Monica Siclari; “Mani Ruvide” di Diego Bellante; “Sync” di Gaia Siria Meloni e Giacomo Rillo.
Il Premio Cesare Zavattini è una iniziativa promossa Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, sostenuta Siae e dal MiBACT, dalla Regione dalla Lazio, in collaborazione con Istituto Luce Cinecittà. Una Giuria composta da personalità del cinema italiano sceglie dieci finalisti, i cui autori hanno la possibilità di partecipare a un percorso formativo guidato da professionisti. Al termine la Giuria seleziona fra i finalisti tre progetti vincitori che, oltre a utilizzare liberamente, con licenze Creative Commons, il materiale filmico dell’Aamod e degli archivi partner, ricevono servizi gratuiti di supporto per la realizzazione dei cortometraggi (in produzione e post-produzione), e la somma di 2.000 euro per ciascun progetto realizzato. Per chi volesse saperne di più www.premiozavattini.it