La fonte su cui poggiano queste riflessioni su Elon Musk – imprenditore miliardario messo da Donald Trump a Capo dell’efficienza Governativa USA – è la monumentale biografia, più di 700 pagine cartacee, scritte da Walter Isaacson, nato nel 1952 in Louisiana: caporedattore della rivista «Time», amministratore delegato e presidente della CNN.
Isaacson è autore di numerosi libri, tra cui le biografie di Henry Kissinger e Benjamin Franklin. In Italia con Mondadori ha pubblicato: Einstein. La sua vita, il suo universo (2008 e ss.), Steve Jobs (2011 e ss.), Steve Jobs. Lezioni di leadership (2014) e Gli innovatori. Storia di chi ha preceduto e accompagnato Steve Jobs nella rivoluzione digitale (2014).
Walter Isaacson ha seguito Musk quasi quotidianamente per due anni, partecipando alle sue giornate: assisteva a riunioni, organizzazioni e riorganizzazioni delle sue aziende, intervistava dipendenti, uomini e donne posti in luoghi di responsabilità, sia fidati che licenziati da Elon Musk; ascoltava parenti, amici d’infanzia e dell’età adulta, personaggi di spicco che lo hanno conosciuto, donne con le quali ha intessuto relazioni da cui sono nati, sinora, quattordici figli.
Isaacson afferma che Elon Musk non ha mai interferito nella stesura della biografia e che non l’ha letta prima che fosse pubblicata. Il suo libro si ferma alle soglie del sodalizio con Donald Trump, consentendo a chi legge di capire l’evoluzione di questa decisione.

Elon Musk è nato il 28 giugno 1971 in Sudafrica da una madre canadese, Maye Aldeman, dietologa e modella, professione alla quale ancora può prestarsi grazie alla fortuna di un corpo elegante e di un figlio famoso.
Suo padre, con il quale Elon ha avuto e ha tuttora un pessimo rapporto, è un ingegnere elettromeccanico, pilota e navigatore sudafricano. Cresciuto a Pretoria in piena segregazione razziale, è rimasto in Sudafrica fino a 17 anni, prima di trasferirsi in Canada.
Da bambino ha conosciuto la violenza e ha imparato a superarla, la forza per lui è diventata un valore culturale: a esempio della sua educazione, basti sapere che a dodici anni, è stato mandato con altri coetanei in una colonia chiamata afrikanaans veldskool, scuola di sopravvivenza, dove i piccoli ricevevano in quantità insufficiente acqua e cibo ed erano incoraggiati a lottare per procurarsi tali necessità primarie.
Kimbal Musk, fratello minore di Elon, afferma che in quel contesto “educazionale” bullizzare era una virtù: i ragazzi più grandi impararono a prendere a pugni i più piccoli e a rubare loro le razioni. Elon fu spesso bullizzato. Dopo la prima settimana i bambini furono divisi in due gruppi ed esortati ad aggredirsi a vicenda. Ogni due o tre anni un bambino moriva e gli altri venivano invitati a non essere così “coglioni”. Elon Musk prima di non aver paura dovette attendere i sedici anni, appena si scoprì grande e grosso.
Walter Isaacson riporta un episodio accadutogli a scuola, quando una mattina un ragazzino andò a sbattere addosso a Elon e lui reagì con una spinta a cui seguirono insulti reciproci. Durante la ricreazione il ragazzino tornò con un gruppo di amici e lo massacrarono di botte tanto che, a distanza di decenni, Elon è ancora costretto a ricorrere alla chirurgia plastica. Il padre di Elon Musk in quel frangente si schierò con l’aggressore perché suo figlio aveva la colpa di dare dello stupido a tutti. Secondo Elon suo padre lo denigrava sempre, era un uomo crudele e un grandissimo “conta balle”.

Dopo aver frequentato alcune università americane, nel 2002 Elon Musk divenne cittadino degli Stati Uniti d’America. In quel periodo aveva già messo al mondo una compagnia di servizi finanziari la quale diede vita a PayPal e fu acquistata da eBay. Nel giugno 2002 Musk fondò Space Exploration Technologies Corporation, nota come SpaceX, il cui obiettivo è un’architettura per il trasporto interplanetario di massa riutilizzabile.
Nel 2004 entra a far parte di TESLA, multinazionale produttrice di veicoli elettrici e di pannelli solari. La missione di Tesla era accelerare la transizione del mondo verso energie sostenibili. Nel 2006 ispira la creazione di Solarcity, compagnia specializzata in prodotti e servizi legati al fotovoltaico per la lotta al riscaldamento globale.
Nel dicembre del 2015 Musk ha annunciato la fondazione di OpenAI, compagnia di ricerca dell’intelligenza artificiale. Nel luglio 2016 ha cofondato Neuralink, uno startup di neurotecnologie incentrata sullo sviluppo di interfacce neurali, per collegare il cervello umano con l’intelligenza artificiale.
Nel 2022 è diventato il maggior azionista di Twitter, ribattezzato X. Nel novembre 2023 ha annunciato il debutto di xAI, una società dedicata allo sviluppo dell’intelligenza artificiale generativa.

Nel frattempo si era sposato, aveva divorziato, si era risposato e divorziato una seconda volta. Elon Musk innamorato viene descritto deciso come nelle iniziative aziendali e, sia la prima moglie Justine Wilson che la seconda Talulah Riley, sono state da lui corteggiate con convinzione. Tuttavia, nella vita di coppia, è un uomo difficile, umorale, dedito ossessivamente al lavoro. Nel maggio 2020 la vita privata di Elon Musk è stata arricchita e trasformata dalla nascita del primo figlio avuto con Grimes, cantante e musicista canadese.
Il bambino si chiama X e molti lo avranno visto a fianco del padre perché lo porta sempre con sé, anche nello studio ovale insieme a Trump. X è il figlio preferito di Musk, probabilmente colui nel quale identifica la prosecuzione di sé stesso e delle sue aziende, anche perché ha constatato in questo suo figlio – così ha dichiarato – la stessa sua proverbiale assenza di paura verso il rischio.
Un altro figlio, Xavier oggi ventenne, divenuto Jenna di nome e di cognome Wilson perché ha cambiato sesso e preso il cognome della madre, ha ripudiato Elon perché non ha accettato la sua vera identità sessuale.
Nel 2023 infatti Elon Musk ha sostenuto apertamente posizioni conservatrici contro gli interventi chirurgici praticati ai minori di diciotto anni che vogliano effettuare la transizione. Le tensioni con la figlia transgender si sono acuite anche perché Jenna è marxista, posizione della quale Elon Musk incolpa l’indottrinamento “woke” ricevuto nella scuola privata che aveva frequentato a Los Angeles. Il grande numero di figli nasce dalla sua convinzione che ripopolare la terra è un imperativo.
Alcuni di questi figli sono stati messi al mondo attraverso l’inseminazione artificiale di madri surrogate, altre si sono volentieri offerte all’inseminazione di Musk senza fare coppia, probabilmente nell’illusione di fornire ai nascituri geni da “superuomo”.
Grimes, la cantante canadese che con Musk ha avuto un tormentato rapporto sentimentale per quattro anni prima di evolvere in battaglia per l’affidamento dei figli, nella canzone Player of Games bene descrive il nucleo centrale dell’identità di Elon: “Se lo amassi di meno/lo farei restare/ma lui deve essere/il giocatore migliore…/ Io amo questo giocatore/ma lui amerà sempre/il gioco più di me/Naviga allora/verso lo spazio freddo e infinito/Nemmeno l’amore ti ha fatto restare al tuo posto.
Identità che coincide con la passione per il suo lavoro o, per meglio dire, per quella che lui presuntuosamente crede missione per salvare l’umanità: in pratica migliorare il mondo innovandolo attraverso la tecnologia. In concreto qual è il rapporto di Musk con i suoi simili? I diretti dipendenti, coloro senza i quali la sua ricchezza non potrebbe esistere?
Una domanda che pone la biografia di Isaacson è: i demoni che spingono Musk sono anche ciò che serve per guidare l’innovazione e il progresso?
È comprovato, da fatti e testimonianze odierne, che quel bambino formatosi con la sensazione che la vita fosse una lotta violenta per la sopravvivenza, oggi stabilisca per lo sviluppo delle sue aziende rapporti unilaterali e violenti pretendendo che gli altri stiano in simbiosi con lui, abbiano gli stessi suoi ritmi, come lui si dedichino totalmente alla causa, non sbaglino mai o quasi.

Altrimenti li licenzia perché, con evidenza, considera lo stipendio un favore non una dovuta restituzione: per Musk l’uomo non è fine del progresso, ma il secondario mezzo.
Esempio di questo comportamento è cronaca, applicata anche nel DOGE, e ancor prima in altre aziende e in particolare in X, dove i dipendenti passarono da circa 8000 a circa 1500. Alcuni di loro rimasti al lavoro e intervistati da Walter Isaacson raccontano che, quando sono stati chiamati a espellere i loro colleghi, sono stati male sino a vomitare. Altri diedero le dimissioni e furono perseguiti da Musk che scatenò contro di loro una guerra denigratoria su X.
L’avversione di Elon Musk alla scienza iniziò negli anni dell’epidemia del coronavirus, perché minacciava la produttività delle sue imprese e non voleva restassero chiuse. Da lì partirono gli strali verso la mentalità woke, le sue posizioni contro i progressisti, la medicina, reazioni che la transizione di genere della figlia Jenna amplificò. Nel 2022 tale fervore antiwoke lo spinse ad appoggiare persino le teorie complottiste della destra estrema, con grande stupore di chi gli era vicino, in particolare della prima moglie e della cantante Grimes.
Molti testimoni affermano che, fin da piccolo, l’empatia non è mai stata in Elon Musk una dote naturale e ingraziarsi gli altri gli era difficile perché non riusciva a cogliere le sfumature emozionali dei suoi simili: tratto che, secondo alcuni, è acuito dalla sindrome di Asperger che Musk, in età adulta, ha dichiarato di avere. Incapacità non da poco in un uomo che aspirerebbe a “prendersi cura” del genere umano. Per questo bisogno di “dominio” sull’altro, per questo porre il proprio io in assoluto primo piano, per quanto geniale nelle intuizioni tecnologiche, Elon Musk è incapace di qualcosa di più difficile che andare su Marte: amore e rispetto per i suoi simili.
Accuratezza senza la quale, come Musk stesso mette in guardia, non si può migliorare l’uomo e non è impossibile che i robot sfuggano al suo controllo: non è forse un problema già posto dalla bomba atomica?
Elon Musk
Walter Isaacson
Editore Mondadori
Anno 2023
Cartaceo Pagine708
Euro 27
E-book euro 9,99