Freud: la caduta di un idolo di cartapesta

ROMA – Michel Onfray, il filosofo francese fondatore, nel 2002 dell’Università popolare di Caen, è a Roma, ed oggi pomeriggio ha presentato, alla libreria Feltrinelli di piazza Colonna, il suo libro  ‘Il crepuscolo di un idolo. Smantellare le favole freudiane’ , Ponte alle Grazie Editore. L’autore francese non lesina certo ‘complimenti’ al cosiddetto ‘scopritore dell’inconscio’:  “Freud?  Un reazionario, non un rivoluzionario: simpatizzava per i ‘cesarismi’ del XX secolo e di questo testimonia una dedica, scritta nel 1933, piena di elogi per Mussolini, definito dal medico viennese ‘eroe della cultura’ .”

Poi Onfray parla dell’appoggio dato da Freud al regime nazista del cancelliere Dollfuss, del suo lavoro per fondare l’Istituto Goering per fare in modo che la psicanalisi continuasse a esistere sotto il regime nazionalsocialista, ed infine del suo odio viscerale per la sinistra e per i poveri i quali “non possono guarire dalle nevrosi perché non hanno i soldi per pagarsi le carissime psicoanalisi freudiane”.
Nel suo libro Onfray afferma che il freudismo, e naturalmente anche la cultura della psicoanalisi freudiana: “riposano su una gigantesca affabulazione, a sua volta fondata su una serie di leggende.  Freud disprezzava la filosofia e i filosofi, ma non fu che un filosofo, autore di una soggettiva psicologia letteraria. (…) Spesso sappiamo solo quello che di lui hanno fatto i freudiano-marxisti e che è ben lontano dai testi freudiani”.
Naturalmente i nostri epigoni del medico viennese si stanno agitando, come si stanno agitando anche quei pochi analisti freudiani rimasti che continuano a far pagare ai loro pazienti, a peso d’oro, ciò che in verità è fatto una materia ben più vile ed evanescente.

Luciana Sica, maestra di retorica e, a quanto appare,  discepola di Freud, in un articolo apparso sulle pagine di ‘La repubblica’ dell’8 aprile, cerca di demolire Onfray definendo, attraverso vari compagni di merenda freudiani, il suo libro un banale “attacco” a Freud, l’idolo intoccabile. Ed è incredibile come la Sica cerchi di imbambolare i lettori mettendo in evidenza non tanto le accuse di non scientificità del ‘metodo’ freudiano – in verità inesistente – ma definendo gossip alcuni passaggi estrapolati furbescamente dal libro di Onfray. La giornalista pur elencandole, non pone l’accento sulle accuse più gravi ma sposta l’attenzione del lettore sui ‘peccati veniali’ di Freud. La Sica scrive che, secondo Onfray: “Freud intanto è stato un cocainomane depressivo, onanista, incestuoso (…) un adepto di occultismo, un inventore di casi clinici, un antisemita, un sostenitore dei fascismi. Addirittura sarebbe stato il teorico ‘dell’attenzione fluttuante’, per potersi appisolare durante le sedute! E ancora, imperdonabile, era un mascalzone che andava a letto con la cognata”.  Poi puntualmente, la Sica fa intervenire un divertito Nino Ferro, altro adepto freudiano: “Che Freud andasse a letto con Minna Bernays, (la cognata n.d.r.) a me lo rende anche più simpatico.”

A noi il fatto che Freud fosse un cocainomane, un onanista, un adepto all’ occultismo, un inventore di casi clinici, un antisemita, un sostenitore dei fascismi, una che aveva teorizzato l’assenza dell’analista chiamandola eufemisticamente ‘attenzione fluttuante’, non ce lo rende simpatico. Né tantomeno ci sono simpatici coloro che, nascondendosi dietro l’immagine di questo squilibrato, per decenni, e con queste finte teorie, create come leggi mosaiche da un uomo di tal fatta, hanno di fatto truffato, e continuano a truffare, milioni di persone nei loro studi privati causando impoverimento, dolori e tragedie nei pazienti.

Noi ne siamo indignati.  E non ci divertiamo nemmeno quando veniamo a scoprire, dopo decenni di oscurantismo culturale, che Freud stava in buona compagnia di un certo Jung nazista che straparlava in questo modo: “L’inconscio ariano dispone di un potenziale più elevato di quello ebraico”.  Nel 1930 Jung fu nominato presidente onorario della Associazione tedesca di psicoterapia. Con l’avvento del nazismo, nel 1934  questa Associazione, cui in precedenza aderivano parecchi psicoterapeuti ebrei, fu sciolta e ne fu creata dai nazisti un’altra, con Jung presidente. Fu redattore capo della rivista “Zentralblatt fur Psychotherapie”, un periodico di matrice nazista internazionale con il professor Göring, cugino di Hermann Göring e delfino di Adolf Hitler.

Ma, forse, dopo aver letto il libro di Onfray, interessantissimo sotto tutti i punti di vista perché smaschera l’inganno culturale che si perpetua da quasi cento anni, ci chiediamo se questo libro sarà veramente capace di far crollare il cartello di carta puntellato da una falsa cultura di pochi, dice Onfray, ma agguerriti millantatori culturali. Ce lo chiediamo perché questo lavoro di Onfray, che non è uno psichiatra ma un filosofo, dal punto di vita scientifico non è veramente efficace e per di più non offre certamente una nuova teoria psicologica, e quindi è facilmente contestabile.
Ci chiediamo anche perché si faccia tanto baccano solo ora sulle falsità di Freud e sulla sua finta teoria, strillata all’interno di un idolo di cartapesta da piccoli nani culturali che il calore della storia farà sciogliere come neve al sole, quando, da quarant’anni, lo psichiatra Massimo Fagioli con la sua  ‘Teoria della Nascita’,  esposta già nel 1971 nel suo primo libro ‘Istinto di morte e conoscenza’, ha gettato le basi di una psichiatria che non si può definire nuova, in quanto la psichiatria, intesa come cura della psiche, non è mai esistita.

Tra l’altro proprio in questi giorni è uscito in Germania ‘Todestrieb und Erkenntnis’, la traduzione del primo libro di Massimo Fagioli ‘Istinto di morte e conoscenza’, e domani esce nelle librerie, edita da ‘L’Asino d’oro’, in una nuova veste, ‘La marionetta e il burattino’, il suo secondo libro, scritto nel 1974, facente parte della triade della Teoria della Nascita.
La psichiatra tedesca Hannelore Homberg, che è stata, con Cecilia Iannaco e Antonio Marinelli, la traduttrice del libro dello psichiatra Massimo Fagioli che nel 1971 ha sovvertito e rivoluzionato la psichiatria, svelando l’origine della malattia mentale, la pulsione di annullamento, ha affermato: “‘Todestrieb und Erkenntnis’ offrirà, risposte inedite ai tanti che in Germania fanno ancora i conti con l’enorme problema del nazismo. Le radici pulsionali dell’anaffettività scoperte da Fagioli potrebbero dare una risposta estremamente importante e innovativa alla loro domanda ‘come è potuto accadere’, evitando però ogni pessimismo su una natura umana sempre pensata come necessariamente malvagia ed aggressiva”.

Quindi due eventi editoriali e culturali all’insegna della dissacrazione di un mito di cartapesta, Sigmund Freud,  e di una falsa disciplina,  la psicoanalisi. Vedremo ora se l’ambiente culturale ‘radical-chic’ che ha da sempre  riproposto Freud insieme a ‘pensatori’ dichiaratamente di destra come Ludwing Binswanger, seguace del filosofo nazista Martin Heidegger, sarà capace di fare autocritica.
Noi ne dubitiamo molto anche perché questi ‘mastini della cultura’ che si sono creati una pseudo identità portandosi addosso medagliette e santini con l’effige del caro Sigmund, difficilmente saranno in grado di rivedere le loro credenze deliranti o fermare una volta per tutte le loro disoneste ‘dicerie dell’untore’.

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